venerdì 29 luglio 2011

Il data journalism secondo il Guardian

“Data journalism is not graphics and visualisations. It's about telling the story in the best way possible”. E ancora: “You can become a top coder if you want. But the bigger task is to think about the data like a journalist, rather than an analyst”. (qui, Data journalism at the Guardian: what is it and how do we do it?)
Il Guardian ha pubblicato una breve guida al giornalismo di dati. Dieci tappe che illustrano filosofia, strumenti e obiettivi che ispirano il quotidiano britannico.
Interessante la spessa linea che lega i diversi passaggi: esce dai confini della tecnologia digitale – pure essendo l’architrave – per finire nella dimensione analogia tipica del lavoro di giornalista. Fatta d’intuito, errori e voglia di raccontare.

giovedì 28 luglio 2011

Enti pubblici e documenti ufficiali

SkyTruth è un sistema che combina documenti ufficiali provenienti da istituzioni pubbliche Usa - con funzioni di controllo del territorio - per fornire rapidamente informazioni sui disastri ambientali in corso. Il flusso delle notizie è montato su una mappa per localizzare i luoghi coinvolti in situazioni potenzialmente pericolose (la segnalazione della piattaforma qui, via Owni.eu, con un'interessante intervista al fondatore, John Amos).
SkyTruth è un esempio di come la tecnologia renda l'attività di comunicazione dell'amministrazione pubblica materia per realizzare strumenti ad alta utilità per la comunità. Oltre ad essere fonte di possibili approfondimenti giornalistici.

mercoledì 27 luglio 2011

A tutta velocità

Le breaking news corrono. Per definizione. E sulla velocità i social media non hanno rivali. Sono utilizzabili da chiunque, non sono inerenti a un’organizzazione, funzionano senza filtri (apparenti).
The Next Web, qui in "Social Media and new wave of journalism", fa un elenco – quasi un ripasso, visto che sono eventi noti – degli episodi in cui Twitter e affini hanno bruciato sul tempo i media tradizionali. Dall’attentato del 2008 di Bombay alla morte di bin Laden.

La sfida della velocità per gli editori è impari, già persa. Quella dell’approfondimento in tempo reale (o in tempi ragionevoli) probabilmente no. Perché informare, dopotutto, è fornire gli strumenti per la comprensione. Le breaking news sono un elemento di questo processo, forse neppure il più importante.

lunedì 25 luglio 2011

Il falso massacro di Al-Qaeda

Non solo in Italia (qui e qui, per esempio). Il Sun nella prima edizione del 23 luglio indicava il terrorismo islamico come autore degli attentati nel centro di Oslo e nell'isola di Utoya. Con tanto di titolo evocativo: "Norway's 9/11".
Pubblicazione frettolosa, fretta ideologica, che non ha risparmiato il più autorevole The Independent: l'analisi di Jerome Taylor (qui) s'inerpicava lungo i legami con gli Stati Uniti e l'alleanza Atlantica per spiegare come il paese scandinavo avesse tutti i numeri per diventare un obiettivo della jihad (segnalazione qui, via The Media Blog). 

Le breaking news sono il canovaccio ideale per l'improvvisazione "teatrale", alimentata dalla scarsa professionalità e dal pregiudizio.
Nulla di nuovo nel firmamento di giornali e riviste. Oggi, però, le reti digitali - con la loro memoria indelebile - sottopongono questi comportamenti alla critica. Immediata, pubblica, diffusa. Una novità, di per sé, dirompente.


venerdì 22 luglio 2011

Mercato del lavoro Usa: la timeline

Il Wall Street Journal (qui) ha pubblicato una timeline sull'andamento del mercato del lavoro negli Stati Uniti, a partire dal giugno 2009, mese in cui tecnicamente si è conclusa la recessione ed è iniziata la ripresa. Risultato interessante per la capacità di visualizzare dati lungo un asse temporale.
Una timeline riesce a indicare una "tendenza", una "direzione": qualità non trascurabile per l'informazione economico-finanziaria.

mercoledì 20 luglio 2011

Il gioco del debito pubblico

La creazione realizzata da American Public Media (segnalazione qui, via Chart Porn) utilizza le logiche del gioco per descrivere le complessità di gestione del denaro pubblico. L'uso non è immediato e richiede una certa dose di attenzione. Ma il grado di coinvolgimento e pure di divertimento che si raggiunge è degno di nota. L'economia "per tutti" passa anche attraverso questi strumenti.

martedì 19 luglio 2011

Articoli alternativi

L’uso veloce delle notizie condiziona non solo il contenuto – che privilegia argomenti leggeri, sotto l’egida dell’infotainment - ma anche le abitudini di lettura del prodotto editoriale. Un titolo e venti righe di testo guidano e determinano i comportamenti - compulsivi - del lettore.

La struttura portante dei siti d'informazione è ancora fondata sull'articolo che, nonostante link, interattività e condivisione, mantiene le proprie origini analogiche. Una narrazione di parole.

L’abilità dello scrivere continua a essere un elemento importante, ma le dinamiche della comunicazione digitale hanno introdotto nuove variabili che non possono essere ignorate. Un pezzo da 5/6.000 battute, che si sviluppa dall’apice del monitor e finisce giù in basso, negli inferi del pedice, ha alte probabilità d’essere abbandonato a metà strada.
In un post di qualche giorno fa Pierluca – via il Giornalaio – indicava la timeline come mezzo innovativo per raccontare la realtà (La Timeline del Processo ad Assange). La realizzazione, firmata nella specie da Effecinque, rappresenta la ricerca di un linguaggio alternativo, in grado di plasmare la narrazione sulle nuove piattaforme e sulle abitudini dei lettori su di esse formate.

A mio giudizio il principio guida di questa sperimentazione è quello del “tutto e subito”. Ovvero dare all’utente lettore la piena padronanza visiva dell’argomento nei suoi tratti essenziali. A pensarci bene è quello che avviene per un articolo su carta e non avviene per un lungo pezzo online. Un’informazione fotografica che “aggrega snack news” per rimandare al dopo l’eventuale approfondimento.

Storify ha forti potenzialità in questo senso, seppure fa maggiore utilizzo del testo e si sviluppa dall’alto verso in basso. Ma con modalità diverse, spezzando il racconto in tanti micro pezzi, aggregando risorse diverse prese dai media sociali. Con il vantaggio, peraltro, di non obbligare il lettore a cercare aggiornamenti su altri siti. E pure le infografiche, nonostante un certo abuso che non abbassa l'indubbio valore, si muovono sulla linea dell’informazione visiva e immediata.

I quotidiani online, soprattutto italiani, sono poco propensi nel sperimentare questi nuovi strumenti in forma intensiva ed efficiente. Lo sbilanciamento verso il classico articolo è evidente. Probabilmente è la migliore soluzione dal punto di vista dei costi e dei profitti. Anche se questa scelta impone la ricorsa assidua verso metriche pubblicitarie decisamente orientate verso la quantità.
La ricerca di nuovi strumenti narrativi potrebbe dare un valore diverso alla lettura online, un apprezzamento in grado – forse – di diminuire la dipendenza dal click selvaggio.

venerdì 8 luglio 2011

Mobilità globale

L'industria del "mobile" genera un giro d'affari da 1.300 miliardi di dollari, pari al 2% del Pil mondiale. Un mercato da sei miliardi di utenti, in crescita (qui la segnalazione, via ReadWriteWeb, della ricerca  "2011 State of the Global Mobile Industry").

La connessione in mobilità è in grado - e lo sta già facendo - di cambiare uso e consumo di beni e servizi, sopratutto di quelli ad alto tasso d'immaterialità. Da questa fiera sembrano esclusi giornali ed editori, probabilmente perché il contenuto editoriale è abbondante, considerato gratuito per diritto naturale e non è percepito come essenziale.
Il rischio, peraltro in parte attuale, è che diventi veicolo promozionale e di vendita. Di altri prodotti.

giovedì 7 luglio 2011

La famiglia del New York Times

Chi ha sottoscritto un abbonamento al Nyt potrà condividere l'accesso alle piattaforme digitali – tablet, smartphone e web – con un componente familiare (qui Megan Garber, Nieman, Nieman Journalism Lab).


Una mossa che intende offrire anche alle versioni digitali la possibilità, come avviene per lo stampato, d'uso promiscuo nell'ambito della comunità familiare. Lo share al posto del passaggio di mano in mano.

mercoledì 6 luglio 2011

Tempi difficili

La crisi per gli editori Usa è tutt'altro che finita. La raccolta pubblicitaria ha registrato un – 4,7% negli ultimi quattro mesi del 2010 (anno su anno). Ancora peggio per il primo quarter del 2011: - 7%.

Perdite che hanno avuto ripercussioni sulla capitalizzazione di ciascuna compagnia.


La crescita dei ricavi nei nuovi mercati – tablet, pay wall, advertising online – resta lenta e con un tasso di sostituzione deficitario per gli editori.
Qui l'analisi completa, Rick Edmonds, via Poynter.

martedì 5 luglio 2011

L’indifferenza dei netv utenti

Stefano Epifani trova inquietante l’indifferenza della Rete alla delibera Agcom (qui, via Punto Informatico).
La tabella pubblicata da Stefano e che riporto qui sotto è eloquente. I riferimenti a Tamarreide (rosso) hanno un volume ben superiore a quelli di Agcom (blu).

 

Una massa di utenti silenziosa e affaccendata nella ricerca di notizie sportive, di gossip. E’ l’infotainment.
Non sono particolarmente sorpreso. I dati del traffico online rivelano la presenza costante di una massa – la grande maggioranza – che utilizza la Rete come una televisione di scorta. L’agenda editoriale non mostra soluzione di continuità tra i due media. Dei netv utenti, come agenti protagonisti del web nostrano, ho discusso in occasione del Festival del giornalismo dello scorso aprile (qui, "Chi vende le notizie? Appunti convergenti").

lunedì 4 luglio 2011

Il giornalismo di Facebook

Paul Bradshaw, College of Journalism, ha trasferito il suo blog, per un mese, su Facebook. Esperimento concluso con una semi bocciatura della piattaforma come luogo per fare giornalismo.
Difficoltà d’uso, preferenza per le polemiche e assenza di una search, sono i difetti riscontrati (e argomentati) dal giornalista inglese (qui).
Facebook - è il giudizio conclusivo - è un ottimo strumento per fare net strategy: un canale distributivo per valorizzare i contenuti. Prodotti altrove, però.

venerdì 1 luglio 2011

Economia for dummies

Ho raccolto e visualizzato, utilizzando Wordle, la complessità della realtà economica.


La complessità non è una novità rispetto al passato. Ma oggi, mentre di sta indebolendo il welfare creato negli anni ’70 – di cui fa parte il rapporto tutelato e indeterminato con un’azienda -, la comprensione di queste dinamiche costituisce un elemento fondamentale per la costruzione di una cittadinanza matura e consapevole. Compito che dovrebbe essere a carico dell’informazione istituzionale e che – viste le conoscenze professionali richieste – la mettono ancora in posizione di vantaggio rispetto all’ecosistema sociale.

In forma sintetica ho rappresentato come dovrebbe lavorare una redazione che intenda fare informazione economica-giuridica per i propri lettori e non in maniera autoreferenziale.
Il tema - evidentemente- è solo abbozzato.