tag:blogger.com,1999:blog-84423530837828568172024-03-13T07:59:50.340-07:00pangeaEditoria, internet e giornalismoAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.comBlogger438125tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-14002272051792275412015-03-01T01:49:00.001-08:002015-03-01T01:50:44.231-08:00The New Yorker, cambiare si puòAdattarsi alle novità dell'oceano digitale oramai è una necessità. Occorre solo tanta curiosità, altrettanto coraggio e la capacità di guardare il passato non come il migliore dei mondi possibili.<br />
<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
We’re on <a href="https://twitter.com/Snapchat">@Snapchat</a>. Follow newyorkermag for dispatches from our editorial staff. <a href="http://t.co/mmFlm95IeZ">pic.twitter.com/mmFlm95IeZ</a><br />
— The New Yorker (@NewYorker) <a href="https://twitter.com/NewYorker/status/565997892230733825">12 Febbraio 2015</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-85044388069029422242014-10-24T01:54:00.000-07:002014-10-24T02:02:36.365-07:00La pupa, il secchione e il senso dell'informazione<div class="Corpotesto">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-eXOPS_iBHfc/VEoU-C9ZEyI/AAAAAAAABX8/qkxKUZTA2K8/s1600/asino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-eXOPS_iBHfc/VEoU-C9ZEyI/AAAAAAAABX8/qkxKUZTA2K8/s1600/asino.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
Michele Serra qualche giorno fa, nel suo appuntamento
quotidiano su Repubblica, si lanciava – pure lui – nella <b>profezia</b> circa il futuro
digitale (<b><span style="color: navy; mso-ansi-language: #00FF; mso-fareast-language: #00FF;"><a href="http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/10/21/-lamaca34.html?ref=search" target="_blank">qui</a></span></b>) del sistema dell'informazione. L’utenza, sostiene, è
destinata sempre più a dividersi fra i letterati, quelli con un livello medio
altro di istruzione, che potranno pagare gli abbonamenti e fra gli illetterati,
i semi analfabeti, illusi dal falso mito delle news gratuite, per questo
destinate al trash, che abbonda in ogni luogo dove esiste un pixel (a dire il
vero anche dove esiste un paywall).</div>
<div class="Corpotesto">
<br /></div>
<div class="Corpotesto">
Che esista una diffusa e scarsa istruzione non è notizia
nuova. E a ben vedere le cause e gli effetti si sono palesati prima
dell’avvento di social, web e smartphone. L’analfabetismo di ritorno – di cui
il paese detiene un penoso record (sul tema da leggere “<a href="http://www.anobii.com/books/La_cultura_degli_italiani/9788842092223/01de16d5913e7c2be2/" target="_blank"><b>La cultura degli italiani</b></a>” di Tullio De Mauro) – è un fenomeno antecedente alla diffusione di
massa degli strumenti tecnologici.<br />
Sono stati gli anni ’80 quelli durante i
quali la diffusione del sapere – intesa come capacità di comprensione della
realtà – ha iniziato a incepparsi, con il progressivo smantellamento
dell'istruzione pubblica.</div>
<div class="Corpotesto">
<o:p></o:p></div>
<div class="Corpotesto">
<br /></div>
<div class="Corpotesto">
L'informazione per le élite e per la massa c’è sempre stata.
E pure l’illusione del <b>tutto gratis</b>. Facile ricordare i programmi, telegiornali
compresi, delle varie televisioni private con gli annessi spot. No, il mondo
digitale non ha e non accentuerà la distanza tra chi sa e chi non è capace di
comprendere. Anzi potenzialmente – a differenza della televisione e della carta
stampata – possiede la capacità di operare in senso decisamente contrario e non
necessariamente sotto l’egida di un paywall. <o:p></o:p></div>
<div class="Corpotesto">
<br /></div>
<div class="Corpotesto">
Chi dice che le campagne pubblicitarie associate alla
cronaca nera, agli scandali sessuali e al gossip siano così efficaci? Qua e là
ci sono dei ripensamenti, si stanno formulando nuove strategie che non
porteranno verso un'età dell’oro del sapere, ma hanno con sé il seme –
anche con fini commerciali, sia chiaro – di puntare a un pubblico più maturo,
più attento. Che resti sulla pagina, legga l’articolo e magari dia un’occhiata
anche alla pubblicità.</div>
<div class="Corpotesto">
<br /></div>
<div class="Corpotesto">
Questa non è istruzione, non è neppure cultura, ma è pur
sempre qualcosa di diverso rispetto alla visione dicotomica di Serra. Meno
timorosa verso l’<b>ecosistema digitale</b>.</div>
<div class="Corpotesto">
<o:p></o:p></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-9193990756327975752014-09-29T07:27:00.002-07:002014-09-29T07:33:58.866-07:00Darwinismo digitale nell'informazione mainstream<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Lqilk0emw8A/VClsLY_uz0I/AAAAAAAABXE/BkIKvURS8aw/s1600/gala.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-Lqilk0emw8A/VClsLY_uz0I/AAAAAAAABXE/BkIKvURS8aw/s1600/gala.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
Ho abbandonato al suo destino per più di un anno questo spazio. Tanti motivi. Personali, di lavoro. Inutile indicarli. Certamente ha influito, sulla protratta inazione, un <b>disincantato pessimismo</b> sul presente e sul destino dell'informazione - in un'accezione ampia, dunque compresa l'intera filiera editoriale -.<br />
<br />
Vinta l'apatia - anche in previsione di nuovi progetti che dovrei realizzare - prendo spunto dalla ricerca pubblicata dall'Ordine dei giornalisti sull'impatto dell'economica digitale, presentata in occasione di <b><a href="http://www.dig-it.it/" target="_blank">Digit2014</a></b>, per fare qualche riflessione su quello che sarà del lavoro dello scrivere o del comunicare.<br />
<br />
Ovviamente il rapporto va consultato, così come i resoconti delle tavole rotonde che si sono tenute durante l'evento. Detto questo, suggerisco come punto di partenza il post dell'amico <b>Pierluca Santoro</b> (<b><a href="http://www.datamediahub.it/2014/09/23/5-media-specialist-rapporto-giornalismo-digitale-in-italia/" target="_blank">qui</a></b>, via <b><a href="http://www.datamediahub.it/" target="_blank">DatamediaHub</a></b>), dove vengono messi a confronto i media specialist più influenti in Italia sul rapporto tra giornalismo e nuove tecnologie.<br />
<br />
Le opinioni e le relative conclusioni sono diverse, influenzate dalla personale preparazione degli intervistati. L’invito è alla lettura, ma posso anticipare il filo conduttore che unisce Quintarelli, Maistrello e compagnia: il cambiamento. Osservazione per nulla banale, anzi non ancora metabolizzata dalla moltitudine degli addetti ai lavori. Siano essi antichi seguaci della carta che <b>digital adopter</b> (sì, pure loro).<br />
<br />
Sono convinto che le aziende editoriali non moriranno. Neppure diventeranno artigianali, come dice qualcuno. Semplicemente faranno altri lavori. All'informazione - sulla quantità e qualità occorre aprire un altro capitolo - si affiancheranno attività aggiuntive, spalmate su diverse piattaforme. Shopping center, creazione di content per conto terzi, servizi. E infine pubblicità - tanta - declinata nelle forme più variegate. Per ora saldamente ancorate all’abisso delle <b>pagine viste</b>.<br />
<br />
Piaccia o no, il modello di business digitale resta il traffico. Tema che apre le porte alla qualità dell’informazione.<br />
<br />
Forse plasmato dal decennale lavoro sui portali e sui media sociali, l’ottimismo di alcuni sul rinascimento prossimo venturo del giornalismo lo trovo abbastanza fuori luogo. Vedo - su questo fronte - un aggregarsi mainstream di ogni piattaforma, con l’altimetro decisamente puntato verso il basso.<br />
<br />
Probabilmente si andrà modellando un giornalismo di qualità (sicuri che sia esistito così duro e puro in Italia?), ma sarà una parte delle offerte "freemium". Nella migliore delle ipotesi.<br />
<br />
Direzione che porterà ad una <b>selezione naturale</b>, con variabili più o meno accentuate, segnata dalla meritocrazia. Il resto, gli altri, quelli che fanno il mestiere di scrivere dovranno armarsi di pazienza, imparare nuove modalità d'uso della parola, in grado interfacciarsi con l'ecosistema iperdigitalizzato. Alla fine "data journalism", "native advertising" e "mobile app" vuol dire questo.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-22217176087495199252013-06-19T10:11:00.002-07:002013-06-19T10:13:23.109-07:00Un ecosistema dell’informazione ibrido per le imprese innovativeI quattro giorni di incontro e discussione dedicati alla “Società impersonale”, tenuti dal Censis (<b><a href="http://www.primaonline.it/2013/06/18/118904/media-giovani-sempre-piu-connessi-ma-tg-restano-centrali/">qui</a></b> la sintesi, via <b>Prima Comunicazione</b>), hanno evidenziato le dinamiche sull'uso dei media – digitali e non – della popolazione italiana.
Il dato sostanziale, il comune denominatore, non è una novità. Nel senso che la Tv resta l’architrave fondamentale nell'accesso all'informazione, per tutte le classi di età.<br />
<br />
Predominanza – ed è questa la differenza rispetto al passato – non più monolitica e proiettata verso un immutabile futuro. Al contrario. L’uso della televisione subisce un rallentamento, modellato dalle interferenze, sempre più insistenti e verticali, delle piattaforme tecnologiche e sociali.
Il nudo dato, letto in maniera acritica, potrebbe lasciare senza repliche: l’80,9% degli italiani mette i telegiornali come fonte primaria per l’accesso alle notizie. Passando alle utenze web, si riscontrano maggiori differenze in funzione dell’età. Tra i giovani la percentuale di utenti del web è pari al 90,8%, mentre si registra il 24,7% tra gli anziani. Il 79,9% dei primi utilizza YouTube, contro il 5,6% dei secondi. È iscritto a Facebook il 79,7% dei giovani e solo il 7,5% degli anziani. Il 54,8% degli under 30 usa smartphone, ma lo fa solo il 3,9% degli over 65. Infine i giovani che guardano la web tv (il 39,1%) sono dieci volte di più degli anziani (il 3,9%).
Ed è proprio da queste percentuali e dagli utenti più giovani – quelli che hanno maggiore propensione ai consumi (crisi permettendo) – che il ruolo dominante della tv subisce un rallentamento. Per ora deciso, ma lento. Domani talmente veloce da ridisegnare la funzione del monitor televisivo, nel segno di una convergenza di piattaforme. Forse già in atto tra i giovani, per i quali l’uso del tg come fonte d’informazione scende al 69,2%. Prossimo a Google che si porta a casa un 65,7% e a Facebook 61,5%.<br />
<br />
Sono numeri che possono essere intrecciati e confrontati con il capitolo “Comunicazione e media” del 46° Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese. La Tv resta dominante, ma l’assedio del digitale, dell’auto-comunicazione di massa (secondo la definizione di <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Manuel_Castells">Manuel Castells</a></b>, “<b><a href="http://www.egeaonline.it/editore/catalogo/COMUNICAZIONE_E_POTERE.aspx">Comunicazione e potere</a></b>”) sta modellando lo strumento verso forme diverse.
In sintesi (<b><a href="http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=118937">qui</a></b> l’esaudiente comunicato stampa): il pubblico televisivo coincide con la totalità della popolazione, il 93%. Numero da interpretare in funzione delle modalità di fruizione dei programmi. Un quarto degli italiani collegati a Internet (24,2%) ha l'abitudine di seguire i programmi dai siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti di informazione o di intrattenimento su misura. Percentuali che aumentano nel segmento di popolazione più giovane, salendo rispettivamente al 35,3% e al 56,6% tra gli internauti 14-29enni.
Interazione che trova linfa anche dall'affermazione dei social media, come Facebook. E’ iscritto a questa piattaforma il 66,6% delle persone che hanno accesso a Internet, che corrispondono al 41,3% dell’intera popolazione e al 79,7% dei giovani. YouTube arriva, invece, a un’utenza del 61,7% delle persone con accesso a Internet. Il 2012 ha confermato l’inesorabile declino della carta stampata.<br />
<br />
La fotografia, fissata dalle rilevazioni Censis, è quella di un ambiente informativo soggetto a scosse telluriche di intensità via via maggiore, dove è possibile intravedere la formazione di piattaforme sulle quali agiscono e s’intersecano azioni diverse. I media - intesi come luoghi dove si producono contenuti editoriali – saranno affiancati, dentro la stesso ambiente, lo stesso pacchetto informativo, da strumenti commerciali o di servizi.<br />
Gli editori saranno impegnati nel creare contenuti validi e di qualità, senza trascurare attività fino ad oggi considerate svilenti, come quella del vendere o fornire servizi.<br />
<br />
E’ evidente che sviluppatori e imprenditori innovativi non possono fare a meno dal seguire l’ orizzonte (e relativo mercato) che si sta formando. Le future imprese – siano esse di servizi o di prodotti - avranno la necessità di integrarsi in questo ibrido eco-sistema dell’informazione.<br />
<br />
[il post è stato pubblicato anche sul <b><a href="http://www.starthappy.it/it/blog/ecosistema-informazione-imprese-innovative/">blog Starthappy.it</a></b>, per il quale collaboro]Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-75864045733824211052013-01-30T07:56:00.001-08:002013-01-30T08:03:16.219-08:00Twitter, news feed narranteTwitter è un news feed con scarse <b>attitudini sociali</b> e basse potenzialità di <b>influenza sul voto</b>. Nello stesso tempo è un ambiente per capire e comprendere quali sono gli interessi e il sentire di chi usa la piattaforma.<br />
In sintesi - molto in sintesi! - sono queste le conclusioni del lavoro realizzato dal <b>Centro studi etnografia digitale</b> sul rapporto tra politica e Twitter in occasione delle <b>primarie del partito democratico</b>.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.etnografiadigitale.it/wp-content/uploads/2013/01/Etnografia_digitale_primarie.pdf" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="354" src="http://3.bp.blogspot.com/-olh0vpmJmJk/UQlAOaqZO6I/AAAAAAAAAno/oKiHZpbXtns/s400/primarie.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
L’indagine – che merita una lettura approfondita (<a href="http://www.etnografiadigitale.it/wp-content/uploads/2013/01/Etnografia_digitale_primarie.pdf"><b>qui</b></a>) – mette in luce caratteristiche che, nonostante siano relativamente note, sono ancora tendenzialmente ignorate da molti operatori della comunicazione.<br />
<br />
Emerge chiaramente come i micro<b>-</b>messaggi abbiano una bassa socialità, se intesa come interazione fra <b>network/cerchie</b> e <b>utenti/amici</b>. Il canale mostra una certa attitudine <b>mono direzionale</b>. Inoltre subisce l’agenda setting imposta dai media mainstream, anzi ne amplifica l’efficacia comunicativa. Le punte di maggiore attività avvengono in concomitanza dei dibattiti televisivi.<br />
Le <b>capacità predittive</b>, Twitter in sostituzione dei sondaggi nella lettura delle intenzioni di voto, sono praticamente nulle. La centralità di Renzi all’interno del dibattito politico, nella capacità di costruire una rete di follower, non si è tradotta in affermazione elettorale.<br />
Esito tutto sommato scontato. Un luogo che resta di nicchia, il cui uso non così è semplice come appare. Inoltre, dato da non sottovalutare, è decisamente <b>meno divertente</b> rispetto alle altre – vere - piattaforme sociali.<br />
<br />
Dunque, secondo il Centro, Twitter si pone come device digitale che materializza la cultura politica, ovvero uno strumento che rende, mette in luce, del materiale per comprendere e raccontare un modo, un comportamento, in questo caso rappresentato dalla <b>partecipazione politica</b>. <br />
Conclusioni che trovo condivisibili. E da estendere anche ad altri ambiti. Twitter è uno punto di osservazione – parziale, ma qualificato – , materiale da plasmare, piuttosto che media o canale di marketing. I tweet sono fatti, pezzi di vita quotidiana narrante da interpretare e raccontare.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-4557171725815277952013-01-18T03:27:00.001-08:002013-01-18T03:27:58.338-08:00Al principe<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Se torna il sole, se discende la sera,</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">se la notte ha un sapore di notti future,</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">se un pomeriggio di pioggia sembra tornare</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">da tempi troppo amati e mai avuti del tutto,</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">io non sono più felice, né di goderne né di soffrirne:</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">non sento più, davanti a me, tutta la vita...</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Per essere poeti bisogna avere molto tempo:</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">ore e ore di solitudine sono il solo modo</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">perché si formi qualcosa, che è forza, abbandono,</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">vizio, libertà, per dare stile al caos.</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Io tempo ormai ne ho poco: per colpa della morte</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">che viene avanti, al tramonto della gioventù.</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Ma per colpa anche di questo nostro mondo umano,<span class="Apple-converted-space"> </span></span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">che ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace.</span><br />
<br />
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #222222; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 18px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">[<i>Versi dal paese dell'anima, </i>Pier Paolo Pasolini] </span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-77979957698192061372012-11-12T08:14:00.000-08:002012-11-12T08:16:04.670-08:00Risorse [finanziarie] onlineIl <b>crowdfunding</b>, ovvero la raccolta di risorse online, sta dando discreta prova nel sostenere il giornalismo di inchiesta, seppure con caratteristiche di nicchia e, peraltro, legato a esperienze straniere. <br />
Lo stesso vale per il crowdfunding, inteso come reperimento di capitale rischio da destinare al sostegno di start up. Negli Usa il fenomeno – che nel 2011 ha interessato circa 350 iniziative per un totale di 1,5 miliardi di dollari – è regolato dal <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Jumpstart_Our_Business_Startups_Act"><b>Jobs Act</b></a>.<br />
<br />
In Italia il <b>decreto 2.0</b> introduce un analogo strumento, seppure limitato alle <b>start up innovative</b>. Gli investitori potranno finanziare l’attività d’impresa attraverso la raccolta di denaro online. Alla Consob spetterà la regolamentazione e la creazione di tutele per i risparmiatori – ispirate alla trasparenza e al “ragionevole rischio" –.<br />
Oltre alle mosse dell’autorità di vigilanza, da verificare come la cultura d’impresa e del risparmio accoglieranno il crowdfunding. I dubbi, visto le sparute attività che sono finanziate dai <b>venture capitalist</b>, sono numerosi e fondati. Ma sperare in un’inversione di tendenza è lecito, forse poco razionale.<br />
Sul tema ho scritto in <b>Input&Output</b>, <a href="http://h30565.www3.hp.com/t5/Primo-Piano/Finanziare-l-impresa-dal-crowdfunding-al-venture-capital/ba-p/8690?profile.language=it"><b>Finanziare l'impresa, dal crowdfunding al venture capital</b></a>.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-59130035390499702682012-11-07T08:05:00.003-08:002012-11-07T08:10:13.124-08:00Global warming<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Mj0G0Pt3sK8/UJqGKFiHLzI/AAAAAAAAAk4/I1KyWaNyn6E/s1600/global-warming.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="http://2.bp.blogspot.com/-Mj0G0Pt3sK8/UJqGKFiHLzI/AAAAAAAAAk4/I1KyWaNyn6E/s400/global-warming.jpg" width="500" /></a></div>
<br />
Le pagine pubblicate online dalla Nasa (<a href="http://climate.nasa.gov/index.cfm"><b>qui</b></a>) mostrano l'andamento del riscaldamento globale a partire dalla fine del XIX secolo. I “<b>key indicators</b>” indicano chiaramente un deciso rialzo delle temperature con i fenomeni conseguenti (innalzamento del livello dei mari, riduzione delle superficie ghiacciate).<br />
<br />
Ottimo lavoro dell’ente spaziale Usa che dimostra ottime capacità di <b>sintesi</b>, oltre che abilità nel maneggiare i <b>dati scientifici</b>. Il prodotto – nell’organizzazione degli spazi, nell’uso della grafiche – è un esempio da seguire.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-71602620979924717222012-10-24T06:49:00.001-07:002012-10-24T06:52:16.342-07:00Burocrazia 2.0Il decreto legge 2.0 si pone l’obiettivo di avviare un processo d’innovazione tecnologica in un paese dove il digital divide è un problema non solo economico, ma anche culturale. Le novità contenute sono potenzialmente interessanti, soprattutto per quanto riguarda il rapporto fra <b>cittadino</b> e <b>pubblica amministrazione</b>. Le minacce al compimento e alla realizzazione del progetto – almeno parziale – sono drammaticamente note. Alcune sono politiche – il lavoro delle lobby nel procedimento di conversione in legge – altre sono burocratiche, che in questo caso prendono le vesti dei cosiddetti <b>decreti di attuazione</b>. Spesso rimandati a date imprecisate, seppure decisivi nel rendere attuabili i provvedimenti di legge.<br />
<br />
Sullo sfondo, resta comunque il tema – che ripeto in continuazione – della <b>formazione scolastica</b>, pubblica, quella accessibile a tutti, a prescindere dal reddito. Io credo che senza la creazione di una <b>massa di cittadini digitali</b>, speranze di cambiamento non esistono.<br />
<br />
Per quanto riguarda il mondo delle imprese, nel decreto fa la comparsa dell’<b>azienda 2.0</b>: un corpo di norme che dovrebbe aiutare la nascita e il consolidamento delle start up innovative. Alcune soluzioni adottate, come la ricerca di liquidità attraverso il <b>crowd funding</b>, sfiorano – a mio giudizio – la pura utopia. Inoltre l’ecosistema burocratico assume forme ancora più complesse con l’introduzione di nuovi istituti giuridici – dalla forma societaria al contratto di lavoro- . Sull’argomento consiglio di leggere le osservazioni di Arrigo Panato, <a href="http://consulenza-pmi.blogspot.it/2012/09/start-up-nasce-la-srl-innovativa.html"><b>qui</b></a> e di Marichiara Marsella e Carlo Milani, “<a href="http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003314-351.html"><b>L’Italia poco digitale</b></a>” (via lavoce.info) <br />
Sul tema ho fatto un breve lavoro di sintesi, "<a href="http://h30565.www3.hp.com/t5/Primo-Piano/Startup-e-Azienda-2-0-dubbi-sul-decreto-per-recuperare-il/ba-p/8278?profile.language=it"><b>Startup e Azienda 2.0, dubbi sul decreto per recuperare il ritardo digitale</b></a>", in InputOutput. Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-55217036814777020552012-10-15T03:34:00.002-07:002012-10-15T03:34:12.009-07:00La Rete, gli italiani e le notizieLa sintesi (grazie a Vittorio Pasteris) della ricerca di Enrico Finzi - AstraRicerche sugli internauti italiani e l'uso delle notizie. Il lavoro è stato presentato l'11 ottobre in occasione del convegno "<b>Il futuro del giornalismo</b>" organizzato dall'Odg Lombardia..<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="511" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://www.slideshare.net/slideshow/embed_code/14707377" style="border-width: 1px 1px 0; border: 1px solid #CCC; margin-bottom: 5px;" width="479"> </iframe> <br />
<div style="margin-bottom: 5px;">
<b> <a href="http://www.slideshare.net/vittorio.pasteris/sintesi-od-gifdg2012" target="_blank" title="Gli internauti italiani e le news">Gli internauti italiani e le news</a> </b> from <b><a href="http://www.slideshare.net/vittorio.pasteris" target="_blank">Vittorio Pasteris</a></b><br />
<br />
Da leggere le analisi sull'indagine realizzate da Pierluca Santoro, <a href="http://giornalaio.wordpress.com/2012/10/12/il-futuro-del-giornalismo-in-italia/"><b>qui</b></a>, via Il Giornalaio. </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-36240446541164099512012-10-03T06:48:00.001-07:002012-10-03T06:48:03.535-07:00Oltre la siepe(...) Compagni giornalisti avete troppa sete <br />e non sapete approfittare delle libertà che avete <br />avete ancora la libertà di pensare <br />ma quello non lo fate <br />e in cambio pretendete la libertà di scrivere <br />e di fotografare. <br />Immagini geniali e interessanti <br />di presidenti solidali e di mamme piangenti. <br />E in questa Italia piena di sgomento <br />come siete coraggiosi, voi che vi buttate <br />senza tremare un momento. <br />Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti <br />e si direbbe proprio compiaciuti. <br />Voi vi buttate sul disastro umano <br />col gusto della lacrima in primo piano. <br />Sì, vabbe', lo ammetto <br />la scomparsa dei fogli e della stampa <br />sarebbe forse una follia <br />ma io se fossi Dio <br />di fronte a tanta deficienza <br />non avrei certo la superstizione della democrazia (...)<br /><br />(<i>Se fossi Dio</i>, Giorgio Gaber)Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-11551036473397563822012-10-03T06:26:00.002-07:002012-10-03T06:26:43.032-07:00Emorragia quotidianaIl decimo rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione (<a href="http://www.censis.it/5?resource_23=117630&relational_resource_24=117630&relational_resource_396=117630&relational_resource_26=117630&relational_resource_78=117630&relational_resource_296=117630&relational_resource_342=117630&relational_resource_343=117630&relational_resource_405=117630"><b>qui</b></a>) certifica il progressivo calo dei lettori su carta. Nel 2012 è stato registrato un generale segno negativo pari al 2,3%. La disfatta – o meglio il cambio di abitudini – coinvolge tutti i fronti: free-press (- 11,8%, settimanali (- 1%). Anche l’editoria libraria si deve piegare a un – 6,5%, mentre - secondo il rapporto - solo i settimanali reggono (+ 1%).<br />
<br />
La fuga dalla stampa è più marcata tra i più <b>giovani</b>, tra il 2011 e il 2012 i lettori di quotidiani di 14 - 29 anni sono diminuiti dal 35 al 33,6%, quelli di libri dal 68% al 57,9%. Informazioni e notizie passano su ambienti diversi, sul digitale, di cui il web rappresenta l’espressione più importante.<br />
<br />
Secondo il Censis si sta affermando una tendenza alla <b>personalizzazione</b> dell’accesso alle fonti (attraverso la selezione delle reti amicali), con il rischio che si formi una sorta di “<b>solipsismo di Internet</b>”, ovvero la rete come generatrice di conformismo e auto-referenzialità. Di massa sarebbe da dire.<br />
<br />
E’ corretta questa considerazione? Il tema del conformismo e dell’auto-referenzialità è decisamente applicabile agli attuali quotidiani. Quelli famosi, quelli si comprano alla mattina in edicola e puzzano di petrolio. Non pochi editoriali e articoli sembrano scritti per un publbico che esclude rigorosamente i lettori. <br />Ovviamente – figuriamoci – sono delle eccezioni. Sulla rete no, l’agire comune tende solo a mostrarsi belli, in gamba ed esperti.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-42114506172775047582012-09-18T06:36:00.003-07:002012-09-19T01:56:40.976-07:00Twitter cambia il profiloL'account personale di Twitter cambia. La novità più evidente riguarda l'uso della <b>foto</b> che diventa l'elemento distintivo e guida della pagina personale. La somiglianza con la timeline di Facebook è più evidente.<br />
Un cambiamento che rende la piattaforma un po' meno <b>media d'informazione</b> e un po' più strumento per campagne di <b>marketing</b> e <b>brand awareness</b> (segnalazioni <a href="http://www.huffingtonpost.com/2012/09/18/twitter-new-look-2012_n_1893004.html?ncid=edlinkusaolp00000003"><b>qui</b></a>, via Huffington Post e <a href="http://digitallife.today.com/_news/2012/09/18/13927467-twitter-announces-new-profile-pages-ipad-app?lite"><b>qui</b></a> via Digital Life).<br />
<br />
Il vecchio profilo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-WNWmkRMxKOE/UFh3sSuh7XI/AAAAAAAAAi0/zbmK3_1HgCM/s1600/twitter-prima.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="340" src="http://1.bp.blogspot.com/-WNWmkRMxKOE/UFh3sSuh7XI/AAAAAAAAAi0/zbmK3_1HgCM/s400/twitter-prima.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
E il nuovo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Xi-smckxyG4/UFl6bfO_eQI/AAAAAAAAAjI/pWKRLKXULDw/s1600/twitter-dopo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="316" src="http://3.bp.blogspot.com/-Xi-smckxyG4/UFl6bfO_eQI/AAAAAAAAAjI/pWKRLKXULDw/s400/twitter-dopo.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-46878930755342407882012-09-12T08:49:00.005-07:002012-09-12T08:49:48.546-07:0025 a 1Secondo i dati diffusi dalla <b>Newspaper Association</b>, nella prima metà del 2012 la raccolta pubblicitaria legata alla stampa ha registrato una perdita di 798 milioni di dollari. La risposta del digitale segna una crescita di 32 milioni. Dunque a ogni dollaro guadagnato online, corrispondono 25 dollari persi sulla carta (segnalazione <a href="http://www.advertisementjournal.com/2012/09/outlook-for-newspaper-industry-appears-dim/"><b>qui</b></a>, via Advertisement Journal).Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-82466086658346206262012-09-10T08:19:00.004-07:002012-09-10T08:20:26.763-07:00Un corriere per i piccoli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.firstnews.co.uk/" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-5HbOXOGB-Uw/UE4El8fvMLI/AAAAAAAAAiY/OKXmKTIZpwk/s1600/first-news.jpg" /></a></div>
<b> </b><b> </b><br />
<a href="http://www.firstnews.co.uk/"><b>First News</b></a> è un giornale creato per un pubblico di lettori particolare: i bambini (segnalazione <a href="http://www.guardian.co.uk/media/shortcuts/2012/sep/09/first-news-the-childrens-newspaper-saving-journalism"><b>qui</b></a>, via The Guardian). Scelta editoriale realizzata con un duplice obiettivo: <b>presidiare</b> un settore potenzialmente ricco circa la raccolta pubblicitaria e <b>abituare</b> le giovani generazioni alla lettura.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-66441462331630860262012-09-07T06:57:00.002-07:002012-09-07T06:59:09.597-07:00Un video blog per il WSJSi chiama <a href="http://stream.wsj.com/story/world-stream/SS-2-44156/?mg=inert-wsj"><b>WorldStream</b></a> la nuova piattaforma realizzata dal Wall Street Journal. Giornalisti muniti di smartphone raccontano la realtà attraverso brevi <b>video-clip</b>. Un nuovo modo di fare informazione e per un lavoro dai connotati in rapida trasformazione (segnalazione <a href="http://www.editorsweblog.org/2012/08/27/wsj-increases-audiences-fly-on-wall-access-with-worldstream-video-platform"><b>qui</b></a>, via Editors Weblog).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="http://stream.wsj.com/story/world-stream/SS-2-44156/?mg=inert-wsj" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-P7nHp_IJHJo/UEn9IpyZUAI/AAAAAAAAAiE/pMUSI7K8mpg/s1600/worldstream.jpg" /></a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-6944349143942378872012-09-05T07:48:00.002-07:002012-09-05T07:48:52.755-07:00Riflessioni di fine estateLa stagione che si avvia alla conclusione ha visto il succedersi di due eventi particolarmente significativi circa lo stato dell’informazione digitale nostrana.<br />
<br />
Il 9 agosto è stata ufficializzata la <a href="http://fabio-cavallotti.blogspot.it/2012/08/virgilio-e-libero.html"><b>vendita di Matrix</b></a> – la società che controlla Virgilio.it – da Telecom a Libero.it. Nella mani di un solo proprietario si crea un unico player capace di performare oltre 1<b>5 milioni di utenti al mese</b>.<br />
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Qualche giorno dopo Italia Oggi (<a href="http://it.ejo.ch/7074/nuovi-media/linsostenibile-leggerezza-dellessere-solamente-online"><b>qui</b></a> e <a href="http://giornalaio.wordpress.com/2012/08/14/fattori-esogeni-ed-endogeni/"><b>qui</b></a>) riportava la notizia delle difficoltà economiche de <b>Linkiesta</b>: perdite per un milione di euro e conseguente necessità di aumento del capitale. Un prodotto di alta qualità – per il sottoscritto una delle migliori iniziative editoriali degli ultimi anni – che non è in grado di generare un equilibrio economico. Nel 2011 i costi sono stati di oltre un milione di euro (737mila per il personale), mentre gli incassi sono stati pari a 49mila euro dalla pubblicità, 10mila per la fornitura di servizi, 9mila euro dalle sottoscrizioni e 1.000 dalle donazioni.<br />
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La fusione Libero/Virgilio e le vicende del quotidiano all news meritano qualche osservazione.<br />1) Il mercato dell’online è attualmente ancorato ai <b>grossi volumi di traffico</b>, alla quantità. Le cause sono molteplici, io sono convinto che esista una scorretta valutazione delle reali potenzialità dell’advertising. In ogni caso “così è se vi pare”. Almeno fino a quanto esisterà la logica del Cpm “sotto-costo”.<br />2) Nel paese la creazione di una <a href="http://fabio-cavallotti.blogspot.it/2012/02/il-presente-del-passato.html"><b>massa intelligente</b></a> (nella definizione data dall’Economist) se è possibile non è capace di garantire introiti rilevanti.<br />3) E’ necessaria una riflessione – rapida e aderente alla situazione economica – sul contratto che definisce la <b>professione giornalistica</b>. Il mercato dell’informazione è composto da player diversi. I contratti applicati a chi produce contenuti sono molteplici: commercio, grafici, telecomunicazioni. Chi per onestà o perché costretto deve ricorrere al contratto giornalistico – decisamente più oneroso e meno adattabile alle esigenze di un’impresa – subisce uno svantaggio competitivo. Occorre cambiare, impostare nuove regole. Una direzione che non porta – se si vuole – alla rinuncia dei principi che caratterizzano la professione.<br />In ogni caso, le dinamiche economiche e tecnologiche stanno esiliando e mutando le vecchie norme contrattuali. Meglio farlo attraverso una collaborazione delle parti sociali, piuttosto che lasciare fare la mercato.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-7405831718249885362012-08-09T05:37:00.001-07:002012-08-09T05:39:22.333-07:00Virgilio è Libero<b>Telecom Italia</b> ha dato comunicato ufficiale della <b>vendita</b> di Matrix (la società che controlla il portale Virgilio.it) a Libero.it, sulla base di un enterprise value di 88 milioni di euro.<br />
<a href="http://www.scribd.com/doc/102444968/Matx-ITA" style="-x-system-font: none; display: block; font-family: Helvetica,Arial,Sans-serif; font-size-adjust: none; font-size: 14px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 12px auto 6px auto; text-decoration: underline;" title="View Matx ITA on Scribd">Matx ITA</a><iframe class="scribd_iframe_embed" data-aspect-ratio="0.706697459584296" data-auto-height="true" frameborder="0" height="600" id="doc_73062" scrolling="no" src="http://www.scribd.com/embeds/102444968/content?start_page=1&view_mode=list&access_key=key-2kj7abw2iesxzsg1jk80" width="100%"></iframe>
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<a href="http://www.scribd.com/doc/102444811/Libero-Matrix-CS-IT90812-DEF" style="-x-system-font: none; display: block; font-family: Helvetica,Arial,Sans-serif; font-size-adjust: none; font-size: 14px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 12px auto 6px auto; text-decoration: underline;" title="View Libero Matrix CS IT90812 DEF on Scribd">Libero Matrix CS IT90812 DEF</a><iframe class="scribd_iframe_embed" data-aspect-ratio="0.772727272727273" data-auto-height="true" frameborder="0" height="600" id="doc_2524" scrolling="no" src="http://www.scribd.com/embeds/102444811/content?start_page=1&view_mode=list&access_key=key-11jsusc4h6z7f6fnbzct" width="100%"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-83973988058620117712012-08-07T07:37:00.002-07:002012-08-08T07:03:31.716-07:00La leggerezza dei 100 metriRetrospettiva storica della competizione regina delle olimpiadi. Da Londra 2012 ad Atene 1896. Da <b>Usain Bolt </b>a <b>Thomas Burke</b>. Il lavoro realizzato dal New York Times (<a href="http://www.nytimes.com/interactive/2012/08/05/sports/olympics/the-100-meter-dash-one-race-every-medalist-ever.html"><b>qui</b></a>) si muove su tre piani: un video, un’info-grafica e una gallery. Il risultato finale coniuga semplicità e leggerezza, nonostante il notevole peso specifico informativo. <br />
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<a href="http://www.nytimes.com/interactive/2012/08/05/sports/olympics/the-100-meter-dash-one-race-every-medalist-ever.html" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="270" src="http://2.bp.blogspot.com/-EUV6CXhPn9I/UCElUiJsJ3I/AAAAAAAAAhs/Nix6eUlYeyQ/s400/nyt-olimpiadi.jpg" width="500" /></a></div>
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Curiosando tra record, risultati mi torna in mente ciò che ha scritto <b>Italo Calvino</b> sul tema della leggerezza del linguaggio (“<a href="http://www.anobii.com/books/Lezioni_americane/9788804485995/01b1d4aff9e5423284/"><b>Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio</b></a>”), di cui riporto l’inizio del primo capitolo:<br />
<blockquote class="tr_bq">
Dedicherò la prima conferenza all'opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza. Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d'aver più cose da dire. Dopo quarant'anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l'ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla <b>struttura del racconto</b> e al <b>linguaggio</b>. In questa conferenza cercherò di spiegare - a me stesso e a voi - perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto; (…)</blockquote>
Sottrazione come soluzione verso una maggiore efficienza. Una direzione per offrire al pubblico qualità, scansando l’info-obesità. Vale la pena provarci.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-80513543195112094322012-08-02T03:50:00.004-07:002012-08-02T03:51:11.527-07:00L’inversione dei PoliAffidarsi a un colpo d’occhio, allo sguardo d’insieme non è saggio. Probabilmente neppure professionale. Ma ci sono eccezioni. Come la mappa pubblicata da <b>Nielsen</b> sulla distribuzione degli <b>investimenti pubblicitari</b> nelle diverse tipologie dei media, nei primi tre mesi del 2012, in confronto dello stesso periodo dello scorso anno (<a href="http://blog.nielsen.com/nielsenwire/global/global-internet-ad-spend-sees-double-digit-growth-outpaces-other-media/"><b>qui</b></a>, il report di sintesi, via nielsenwire). <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-xJW4clbJ0fM/UBpafsFFYPI/AAAAAAAAAhc/emu37MXLRAk/s1600/nielsen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="http://2.bp.blogspot.com/-xJW4clbJ0fM/UBpafsFFYPI/AAAAAAAAAhc/emu37MXLRAk/s400/nielsen.jpg" width="500" /></a></div>
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Il capovolgimento è evidente. Le vecchie divisioni – che sopravvivono nell’immaginario occidentale – fra primo e terzo mondo, stanno perdendo progressivamente valore. L’andamento degli investimenti pubblicitari sono l’immagine della deriva dei continenti per quanto riguarda l’andamento delle <b>economie</b>. La rivoluzione dei media è tecnologica, ma pure fondata sulla nuova distribuzione - in corso - della ricchezza su scala mondiale.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-45438770354502848192012-07-30T06:00:00.003-07:002012-07-30T06:14:10.080-07:00Giornalismo, una crisi al buioTra gli interventi e i panel che si sono susseguiti in occasione di <b>Dig.it </b>(il primo incontro nazionale dedicato al giornalismo e all’editoria digitale in Italia), che ho potuto seguire grazia al lavoro di <a href="http://www.lsdi.it/"><b>Lsdi</b></a>, voglio segnalare l’intervento di <b>Carola Frediani</b>, redattrice di <a href="http://www.effecinque.org/wp/"><b>Effecinque</b></a>.<br />
L’agenzia giornalistica – costituita nella forma di cooperativa – punta in maniera decisa sull’innovazione del linguaggio giornalistico. Infografiche, storify, timeline: sperimentazioni, in corso d’opera, per intuire come la comunicazione possa prendere forma in un eco-sistema per ora ingovernabile e con dinamiche ancora sconosciute.<br />
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Sforzo intellettuale coraggioso, ma senza pensare a una "corsa all'oro". "Non mi sentirei di proporlo come modello di business", conclude Carola.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Y7aoetvJnF0" width="520"></iframe>
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Onestà professionale, non proprio diffusa nel settore. L’impegno innovativo di Effecinque avviene nella consapevolezza che si tratta d’investimenti dall’alea molto alta e comunque di lungo periodo. <br />
La <b>mistificazione tecnologica</b>, tout court, è inutile. E’ allo stesso livello dell’immobilismo.<br />
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Stessa linea, stessa onestà, delle conclusioni di <b>Andie Tucher</b>, direttore della <a href="http://www.journalism.columbia.edu/home"><b>Columbia Journalism School</b></a>, in un intervento segnalato da Pierluca in un post dal titolo più che indicativo “<a href="http://giornalaio.wordpress.com/2012/07/29/il-dilemma-del-prigioniero-2nd-edition/"><b>Il dilemma del prigioniero</b></a>” (via Il Giornalaio). La Tucher ammette di non avere idea di quale possa essere lo strumento alternativo ai modelli attuali del giornalismo, sempre più inadeguati. E scarica la responsabilità di trovare una soluzione - che possa far funzionare il sistema editoriale - ai propri studenti. <br />
Tucher e Frediani sono due persone in trincea. Carola, però, sta dalla parte degli studenti, di chi ci prova. Probabilmente il settore – profondamente ristrutturato – prenderà forma dagli sforzi di realtà come Effecinque ed epigoni.<br />
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Il pezzo “<b>occhiello/titolo/sommario/contenuto</b>” occupa ancora il maggior tempo e lavoro nelle redazioni, mentre all'esterno le scosse digitali stanno smembrando la struttura, tanti atomi che si diffondono in rete. La tempesta è quasi perfetta: un prodotto obsoleto realizza i maggiori ricavi. Nonostante siano in deciso calo – strutturale, oltre che congiunturale – e nonostante all’orizzonte non ci sia alcuna scelta in grado di compensare realmente il ridimensionamento economico.<br />
Non resta che tentare, provare, innovare. Strategie che hanno per forza bisogno di tempo, risorsa abbastanza scarsa nelle grandi realtà editoriali – soffocate, peraltro, da strutture gestionali inefficienti -.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-50219545169103710892012-07-25T07:01:00.005-07:002012-07-25T07:05:28.312-07:00Storia senza memoriaIl senso della Storia traccia un percorso che sta i <b>grandi eventi</b> - invasioni, rivoluzioni, guerre - e i <b>gesti quotidiani</b> - amore e morte, riso e pianto -. Un mosaico, i cui tasselli sono per lo più documenti ufficiali e scritti storici. Il gradino inferiore - quello del vissuto - è stato rivalutato relativamente da poco, soprattutto per quanto riguarda l'evo antico, attraverso indagini archeologiche mirate e realizzate con tecnologie più efficienti.<br />
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I siti archeologici del futuro saranno anche i "<b>le rovine</b>" fondate sui bit. Città sommerse, non dall'oblio e dalla terra, ma tra i milioni di dati di un server di qualche azienda. Soluzione di continuità netta, il <b>rischio di perdita del passato</b> è sensibilmente maggiore rispetto alle parole e alle gesta impresse sulla materia fisica.<br />
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La memoria della Rete è indelebile. Nel breve periodo. Se la sguardo si spinge oltre qualche generazione, ho qualche dubbio circa la correttezza dell'affermazione.<br />
Del rapporto tra la Storia scolpita sul marmo e quella incisa su una memoria virtuale, ho scritto su Voices, <a href="http://voices.telecomitaliahub.it/2012/07/twitter-tra-diplomazia-e-politica-estera/#more-1747"><b>Twitter tra diplomazia e politica estera</b></a>.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-82411285741236815972012-07-23T09:08:00.001-07:002012-07-23T09:12:49.213-07:00"Lotta di tasse", l'evasione fiscale può essere sconfittaHo appena finito di leggere il pamphlet di Francesco Delzìo "<b><a href="http://www.rubbettinoeditore.it/news/734-ecco-la-llotta-di-tasser-per-punire-gli-evasori.html">Lotta di tasse</a></b>". Un bel lavoro - la cui lettura è altamente consigliata - che fotografa con dati ufficiali, l'iniqua distribuzione tributaria italiana. I risultati sono drammatici: la pressione fiscale - da record fra i paesi Ocse - è sostenuta quasi interamente dalle spalle del <b>lavoro dipendente</b> e del <b>capitale</b>.<br />
Uno squilibrio sostenuto da un'evasione mostruosa - stimata attorno ai 180 miliardi di euro - che mina il patto sociale fondante di uno Stato e la <b>sostenibilità economica</b> dell'intero sistema produttivo.<span style="background-color: white;"> </span><br />
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<span style="background-color: white;">Senza interventi </span><span style="background-color: white;">contro l'evasione - dice Delzìo - non può esserci né crescita, né ripresa. E' un obbligo morale contrastare il fenomeno, per avviare un processo di riduzione delle tasse sulla middle class e sulle imprese. Unica via per rilanciare i consumi.</span><br />
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<span style="background-color: white;">Secondo l'autore, la profonda crisi in corso potrebbe dare il via una rivoluzione culturale. Decisiva. L'evasore è sempre meno considerato il furbo, lo scaltro da tollerare e imitare. Per chi paga le tasse, la maggioranza degli italiani, è un danno, una persona da escludere dal consesso sociale.</span><br />
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Delzìo propone tre misure per fondare un'efficace strategia di contrasto.<span style="background-color: white;"> </span><br />
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<span style="background-color: white;">1) <b>Sospensione</b> dell'attività o della professione nei </span><span style="background-color: white;">confronti</span><span style="background-color: white;"> di chi per due volte consecutive non ha rilasciato fattura o scontrino.</span><br />
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<span style="background-color: white;">2) Un <b>sistema di pubblicità</b> per indicare i soggetti colpiti da sanzioni tributarie per evasione fiscale, ma anche una specie di bollino blu per negozi o attività in regola. Un modo per trasformare l'onestà in strumento di marketing in grado di guidare i consumatori nelle scelte.</span><br />
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<span style="background-color: white;">3) <b>Esclusione sociale</b> dell'evasore, mettendolo nelle condizioni di pagare le prestazionI di welfare (come la scuola) fornite dallo Stato (esclusi i servizi sanitari).</span><br />
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Proposte provocatorie? Inapplicabili? Sicuramente sì, se si ragiona secondo le metriche dell'Italia "sesso e gossip", modellate e plasmate a partire dagli anni '80. Purtroppo o per fortuna, i tempi sono cambiati e non è detto che, finalmente, si possa vivere in un paese "normale".Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-40476463353889162172012-07-19T08:53:00.000-07:002012-07-19T08:58:16.623-07:00Paywall, questione di stampaCon tendenziale successo, quotidiani come il Wall Street Journal e il New York Times hanno puntato sulla <b>sottoscrizione a pagamento</b> per l'accesso online. Scelta seguita da altri giornali, ma che non convince il Washington Post. La decisione è spiegata da Don Graham (<a href="http://gigaom.com/2012/07/18/why-the-washington-post-will-never-have-a-paywall/"><b>qui</b></a>, via Gigaom), Ceo e azionista di riferimento. Il motivo è legato alla diffusione su stampa, essenzialmente locale. 500mila lettori, contro un'audience online di <b>17 milioni di visitatori unici</b> al mese.<br />
Sbilamciamento che rende difficile perseguire una politica di <a href="http://fabio-cavallotti.blogspot.com/2012/03/new-york-times-londa-del-paywall.html"><b>paywall sullo stile del Nyt</b></a> - fortemente legata alla versione cartacea -. Evidentemente si considera troppo alto il prezzo da pagare sul fronte degli investimenti provenienti dall'advertising.<br />
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La vicenda, seppure i contorni siano più complessi (minore propensione all'innovazione, caratterisitche del management), ha il sapore del paradosso. I soldi, online, si fanno a condizione di avere una solida base conficcata tra i <b>fogli di carta</b>. Convergenza e spinta verso il nuovo, senza gettare al vento e rinnegare le proprie origini.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8442353083782856817.post-81416377186579008702012-07-17T08:59:00.000-07:002012-07-17T09:05:41.505-07:00Cine-giornalismo. Dal bassoUn terzo dei video visti negli Usa su YouTube riguardano fatti, eventi: notizie. "A new kind of visual news" è la ricerca realizzata da Pew sulla diffusione e la produzione di quello che può essere definito come giornalismo visuale (per il report <b><a href="http://techcrunch.com/2012/07/16/pew-youtube-represents-new-kind-of-visual-journalism/">qui</a></b>, via Techcrunch e <b><a href="http://www.journalism.org/analysis_report/youtube_news">qui</a></b>, via Pew).<br />
Un altro segnale di cambiamento della fruizione delle news. Le due cause motrici - note - sono: la disponibilità di strumenti hardware poco costosi e diffusi - necessari per le riprese - e la possibilità della pubblicazione online.<span style="background-color: white;"> </span><br />
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<span style="background-color: white;">Nel lavoro di Pew il risultato più </span><span style="background-color: white;">evidente</span><span style="background-color: white;"> riguarda il <b>terremoto in Giappone:</b> 20 video sull'evento hanno generato 96 milioni di visite. Numeri impressionanti, che potrebbero consolidare la tesi sull'imminente fine dell'<b><a href="http://fabio-cavallotti.blogspot.com/2010/06/la-parentesi-di-gutenberg.html">era Gutenberg</a></b>, fondata su una cultura prevalentamente scritta. Conclusione azzardata, una provocazione.</span><br />
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Le evidenze della ricerca meritano una lettura e offrono punti di vista che l'uso quotidiano spesso mettono in secondo piano. <span style="background-color: white;">A partire dalla <b>lunghezza dei video</b>. Mediamente la durata è di 2 minuti, per glii standard americani molto di più dei servizi trasmessi dalle Tv locali (media di 41 secondi) e un poco di meno rispetto a quelli prodotti dai network nazionali.</span><br />
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Il <b>giornalismo di base</b> prende forma e ruolo consistente su YouTube. Più di un terzo delle video-news sono realizzate da non professionisti.<br />
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I <b>disastri naturali </b>e gli <b>eventi politici</b> - elezioni, dibattiti e agitazioni - sono gli accadimenti che godono di maggiore copertura.<br />
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La maggioranza dei video sono editati - dunque montati, ripuliti, resi più efficienti - e ciò vale soprattutto per i contenuti professionali. Ma non mancano video "<b>grezzi</b>" (più di un terzo), pubblicati senza il filtro di un editor. Ovvero l'emotività dell'imperfezione che si trasforma in struttura - e forza - della narrazione dei fatti.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/07096662493095499627noreply@blogger.com2