Durante la pausa estiva ho seguito le vicende sulla crisi economica soprattutto sui giornali. Mentre l'accesso al web è stato irregolare e poco approfondito. L'impressione che ho ricavato - con tutti i limiti indicati nella premessa - è stata quella di una piccola rivincita dell'informazione istituzionale, ovvero quella scritta da giornalisti e addetti ai lavori. Il racconto della crisi si è sviluppato con maggiore efficienza - in termini di comprensione del problema - proprio in quei luoghi - sostanzialmente i quotidiani - che maggiormente hanno subito i colpi della comunicazione sociale diffusa.
Un segnale dell'immenso patrimonio che editori e categorie professionali che con essi operano hanno ancora sul mercato dell'informazione. Ma anche un segnale del compimento di un ecosistema complesso.
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