venerdì 28 gennaio 2011

PM10

L’alta pressione invernale – per l’effetto compressione e per lo scarso irraggiamento – regala alle pianure del Nord Italia livelli record di inquinamento atmosferico. Minuscole particelle di polvere in grado di danneggiare le vie respiratorie (secondo Nomisma lo smog causa 6.000 morti all’anno). E' un avvelenamento leggero e indolore, lento. I polmoni sono silenziosamente sommersi dal particolato. Un po’ al giorno, tutti i giorni.

Lo stesso succede al cervello, obiettivo di un flusso informativo multidimensionale sempre più invasivo. Notizie, sms, mail, tweet che, camuffati da piacere della conoscenza, possono modificare e alterare le sinapsi. Frank Schirrmarker con “La libertà ritrovata” traccia un interessante quadro del potenziale pericolo costituito dalla comunicazione digitale e dalla riduzione ad algoritmo della conoscenza e del sapere umano. Non è un’invettiva contro computer e tecnologia, ma un alert.

Esistono strategie difensive? Schirrmaker abbozza una risposta – a mio giudizio in maniera meno convincente rispetto alla descrizione del pericolo – riconducibile al recupero della centralità umana, al libero arbitrio. La strada che sembra indicare è l’umanesimo, “il sapere di non sapere” di Nicola Cusano come elemento fondante di un nuovo rapporto con le macchine, in grado di assumerne il controllo, non subirlo.

Il ritorno a una dimensione più intuitiva potrebbe avere effetti benefici anche per chi lavora nell’editoria. Per chi progetta prodotti, per chi scrive. La riduzione ad algoritmo di ricerca è già atto: la maggioranza dei contenuti è già indistintamente piegata a questa legge. Senza un cambio di direzione, senza un ritorno al profumo dell’informazione, questa tendenza nel corso del 2011 potrebbe anche peggiorare.
Se è vero che la raccolta pubblicità si avvarrà sempre più dei criteri di affinità e copertura - traslati dall’analogico, ma sfigurati dagli screening di massa dell’online –, l’eventualità di avere prodotti spersonalizzati e generatori di traffico – i mash up - è una minaccia concreta in grado di rendere l'editoria un rumore di fondo a basso valore aggiunto.

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