Maurizio Ferrera propone due linee d'intervento sulla previdenza obbligatoria: inasprimento dei requisiti anagrafici - agendo soprattutto sull'età delle donne del settore privato - e stretta sulle pensioni di anzianità, ovvero eliminando la possibilità di ritirarsi dal lavoro con 40 anni di contributi senza limiti d'età ("Non ci resta che crescere", a cura di Tommaso Nannicini, Università Bocconi Editore).
Soluzioni che tendenzialmente condivido e che comunque possono generare una forte reazione negativa tra chi si sente penalizanto. Ed è per questo che un simile intervento andrebbe adottato nella massima trasparenza. Come dice Ferrara "per rendere più accettabili e credibili queste misure restrittive... si potrebbe rendere lo storno trasparente: tutto ciò che si risparmia (fatta salva eventualmente una quota per il risanamento dei conti pubblici) dovrebbe confluire direttamente in un fondo nazionale per gli investimenti sociali".
Operazione di comunicazione difficilmente attuabile in condizioni d'emergenza, come quelle in cui si sta muovendo l'esecutivo.
Eppure è un consiglio da seguire scrupolosamente in vista delle prove e delle inevitabili riforme che dovranno essere prese. Solo con la condivisione dei sacrifici e dei benefici sarà possibile creare una breccia nell'immobilismo.
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