Segnali di miglioramento per gli editori statunitensi. Mediamente, negli ultimi 12 mesi, il valore delle azioni è cresciuto del 332%, anche se rimane lontanissimo dalle quotazioni del 2005.
Performance positive generate, per Alan Mutter, da tre fattori concomitanti: dalle profonde ristrutturazioni, dal ricorso da parte della società al Chapter 11 e dal fatto che sugli stessi quotidiani di scriva di meno sulla crisi dell’editoria.
In ogni caso il futuro rimane incerto. Per l’intrinseca debolezza della ripresa economica mondiale. E restano dubbi circa la capacità degli editori di generare profitto nel medio periodo.
Come si vede dalla tabella, rispetto ai valori del 2005, il deprezzamento delle società che generano il maggior fatturato dai giornali è enorme, nonostante il recupero degli ultimi 12 mesi.
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