Il questionario online (presentato in occasione di LexExpo 2010) sulle aspettative e sulle condizioni di lavoro dei giovani avvocati ha evidenziato una bassa attitudine della categoria all’innovazione. L’indagine è stata realizzata, su un campione di oltre 25mila professionisti, dall’Osservatorio permanente dei giovani avvocati. L’analisi circa l’uso delle nuove tecnologie è firmata da Ernesto Belisario.
I dati riportati sono da società pre-informatica
- solo il 29,7% utilizza dei software gestionale organizzare il lavoro dell’ufficio;
- quasi sconosciuta la formazione a distanza: per l’aggiornamento continuano a essere preferiti soluzioni tradizionali.
Infine è molto bassa (22,9%) la percentuale di avvocati che lavorano in studi con un sito web e usano la rete come strumento di promozione e comunicazione professionale. Il contatto dei clienti – vecchi e nuovi – è affidato alla telefonata, alla richiesta di appuntamento e all’incontro casuale.
Il rifiuto all’innovazione è indicativo e per certi versi preoccupante. Si tratta, infatti, di persone giovani (non oltre i 44 anni) e con un livello di reddito e istruzione medio alto.
Certo il peso della tradizione e anche quel senso di corporazione – spesso in contraddizione con il nuovo – giocano un ruolo fondamentale nel rifiuto, ma l'atteggiamento dei giovani avvocati è l’immagine fedele di un paese che non sa cogliere le opportunità offerte dalla società digitale.
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