Nel tentativo di dare un senso ai profitti dell’online e di uscire dal tunnel delle metriche quantitative, molte organizzazioni editoriali riscoprono il valore della comunità. Ovvero gruppi di lettori, tendenzialmente fidelizzati, legati dalla possibilità di “fare” – inviare video e foto, scritti – e connessi dai medesimi interessi. L’obiettivo/speranza è quello di creare un’utenza in grado di creare nuovi sistemi di raccolta pubbliciataria, maggiormente fondati sulla qualità.
Glenn Condrat (qui in Journalistics) presenta le sperimentazioni in corso presso alcuni quotidiani. Gli strumenti sono noti (ma il ripasso ha la sua utilità): sistemi di user generated content, applicazioni Facebook (declinate sullo sport e sul locale), personalizzazione.
Con le accresciute potenzialità tecnologiche, il cambiamento dell’ordine degli addendi potrebbe generare un risultato diverso. Condizionale d’obbligo.
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