Segnalo due interessanti lavori sulla crisi del debito sovrano italiano (qui e qui). Il primo è firmato da Aldo Lanfranconi (via noiseFromAmerika), il secondo è un infografica, curata da Giorgio Arfaras, via Linkiesta.
Contributi che indicano nella bassa crescita il problema strutturale del paese. L'Italia dal 2001 al 2008 - dunque prima della grande crisi - ha registrato un incremento del Pil pro-capite tra i più bassi dell'Unione europea. Nel 2011 il prodotto interno lordo pro-capite sarà inferiore a quello del 2001.
Crescita anemica che riflette il ristagno della produttività. Non stupiscono, così, i dati sui consumi privati sul Pil: tra i più bassi - alla pari con il Portogallo -, mentre la spesa pubblica è alimentata da trasferimenti alle imprese e alle famiglie.
Situazione difficile che rende decisamente incomprensibile il percorso di formazione dell'ennesima manovra correttiva. Un provvedimento solcato nella direzione dell'austerity - le potenzialità recessive sono enormi - e caratterizzato dalla totale assenza di misure per la crescita. Registro che nella giornata di ieri il Senato ha bocciato la liberalizzazione sull'orario di apertura dei negozi e sulle farmacie.
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