Sono convinto che i media di domani saranno come un contenitore d’uova. Se le uova sono fresche e di ottima qualità saranno la base per preparare diverse varietà di alimenti: il controllo democratico, il supporto a una cittadinanza civile e consapevole. Quello che è importante è l’amalgama, dunque come sono sbattute.
Alcune uova saranno fatte da galline comuni, con occupazioni diverse, altre da galline professioniste dedite solo a quel lavoro. E altri pennuti diventeranno specialisti nella scelta, nella preparazione.
Il pezzo “How Cnn’s iReport enhanced the network’s coverage of the Japan earthquake and its aftermath” pubblicato qui su Nieman Lab, fornisce un ottimo esempio di produzione avicola.
La Cnn ha utilizzato per la copertura del terremoto giapponese i propri video e quelli postati sulla piattaforma ugc iReport (753.000 utenti registrati).
Interessanti le caratteristiche dei contributi generati. A ridosso dell’evento, un taglio descrittivo (le distruzioni, gli effetti dello tsunami), poi – a distanza di una settimana – gli utenti hanno preferito la riflessione, i momenti di vita vissuta: la paura e le forti emozioni, la voglia di parlare. Testimonianze che le “galline” della Cnn non si sono limitate a raccogliere, perché su iReport la redazione valuta, seleziona, verifica i fatti.
In questa storia s’intravede – forse – la nuova figura del giornalista per mestiere: usando la metafora delle uova, è quella del cuoco/gallina. Produttore dell’informazione, ma anche colui che sceglie gli ingredienti, li amalgama. Per fornire il miglior piatto possibile ai clienti.
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