Una ricerca dello scorso anno (maggio 2009), firmata dall’osservatorio internet di Nexplora/Microsoft ha rivelato che i giovani per informarsi utilizzano i portali generalisti (Libero, Virgilio, Yahoo). Un altro lavoro – luglio 2009 – realizzato da Astra ricerche per conto dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia (Tabloid n.6/2009, pag.17), segnala che la fonte d’informazione più utilizzata dagli internauti sono i siti/portali generalisti.
Seppure datate, le due indagini meritano l'attenzione, visto che anche nel 2010 i dati del traffico online mostrano il consolidarsi di questa tendenza.
1) Nei portali le notizie sono pubblicate in ambienti che offrono un menù di servizi: dalle mail alla community. La notizia è uno dei prodotti offerti.
2) Spesso alle spalle di queste strutture non ci sono editori, ma organizzazioni che sono nate sul web.
3) L’informazione offerta è strutturalmente “leggera”, ovvero pezzi brevi, adatti a un consumo veloce.
4) La considerazione precedente apre le porte a un personale giudizio di merito. Ovvero questi portali sono il braccio online della televisione italiana. Come sulla Tv, anche lì sono rigorosamente esclusi argomenti impegnativi e di approfondimento. La formula vincente è sesso/sangue/pettegolezzo.
In questo contesto per i giornali - e i loro editori - la sfida per il rilancio è assolutamente impegnativa.
A partire dalla scelta - su cui molte testate stanno meditando - di far pagare gli articoli. Attualmente è un grande rischio, perché la mossa potrebbe generare un ulteriore incremento di traffico a favore dei siti generalisti.
Occorre fornire al lettore un motivo per abbonarsi o pagare. La soluzione – facile a dirsi – è l’unicità dei contenuti. Come insegna la legge primordiale del mercato, si sborsa del denaro per qualcosa che interessa, che ha un valore, seppur minimo. Difficilmente un utente paga per articoli che comunque può scovare in giro per la rete.
Unicità, dunque, vuol dire qualità. Ovvero, declinando il tutto in salsa editoriale, significa investire sul primo anello della catena della produzione informativa : la redazione. Magari togliendo risorse agli uffici marketing.
Nell'affrontare la sfida delle nuove tecnologie, l'editoria specializzata può avere qualche vantaggio. E magari, come è già successo in passato, fare da apripista a nuove soluzioni.
L’unicità fa parte del suo dna, i contenuti che produce non sono facilmente reperibili sul web in modalità gratuita.
A patto che il passaggio dalla carta al web non si riduca a un semplice copia e incolla.
Serve un profondo cambiamento sul modo di presentare i contenuti. E su questo i portali generalisti sono un utile esempio da seguire. Il mezzo fisico – che sia un monitor di un pc, di uno smartphone o di un e-reader – impone un ripensamento totale. La notizia va trattata in modalità modulare, per essere fruita sui diversi ambienti, sulle diverse piattaforme.
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