L’impatto delle reti digitali e della televisione satellitare – il cui ruolo, secondo molti osservatori, è stato centrale – ha creato indubbiamente la trave su cui si sono sorrette e propagate le insurrezioni contro i regimi del Nord Africa. Ordinamenti, peraltro, retti da lungo tempo da oligarchie di potere. Stati para-democratici, nei migliori dei casi. Da qui si parte e se si aggiungono la diffusa povertà, la presenza di giovani più istruiti rispetto al passato, si colgono l’essenza e le cause di quella che già adesso viene definita “rivoluzione araba”.
Ma l’effetto domino – o contagio diffuso – non è prerogativa del terzo millennio e neppure delle società iper tecnologiche. La "primavera dei popoli" nel 1848 portò al rovesciamento dell’Europa creata con la Restaurazione. Le insurrezioni di Parigi, Milano, Vienna e Budapest crearono le basi degli attuali Stati costituzionali.
La lettura degli eventi in corso, senza una giusta prospettiva storica, contiene il rischio di mistificare oggetti e strumenti. E la comunicazione digitale è fra questi.
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