venerdì 11 febbraio 2011

T’amo ma non ti credo, padrona dell’universo

Secondo la ricerca realizzata da LaRica (Laboratorio di Ricerca avanzata, università di Urbino, qui e qui la segnalazione via VincosBlog), la Tv rimane il mezzo d’informazione più utilizzato dagli italiani (90,8%) e quello considerato più influente nella formazione delle opinioni (62,1%). L’uso della rete è in crescita, ma non mette in atto alcun tasso di sostituzione. L’informazione online si integra con quella di altre piattaforme: il 50,5% degli italiani opta per una combinazione di fonti informative – online, analogiche, televisive – e quasi la metà dichiara di usare cinque o più mezzi di comunicazione.
L’effetto master della  televisione è ulteriormente evidenziato anche dal comportamento degli online news consumer: il 60,9% (93,8% nella fascia 18-29 anni) s’informa attraverso i portali (Google news, Libero, Virgilio, Msn), ovvero quei siti dove è più difficile cogliere una soluzione di continuità tra l’agenda setting dei media mainstream e le reti digitali. Una scelta apparentemente contraddittoria, visto che i navigatori sono più critici nei confronti del sistema dei media: solo la metà si fida della Tv, contro il 63,2% dei consumatori offline.


Una specie di rapporto fumatore/sigaretta – si continua a fumare nonostante si sappia dei possibili danni alla salute - che si realizza nell’ecosistema dell’informazione? Fino a un certo punto, in realtà il ruolo televisivo è un tipico caso di influenza dell’offerta sulla domanda. Che ha spostato l’attenzione mediatica prevalentemente verso l’infotainment (sull'argomento "Sempre più informazione, sempre meno lettori", qui via Lsdi)

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