Il dibattito sul futuro dei media è polarizzato attorno a due stati emozionali, entusiasmo e paura. Nel mezzo ci sta una realtà sempre più complessa e difficilmente comprensibile nel suo insieme.
In passato il percorso che portava al prodotto finale era relativamente semplice o quantomeno lineare. Redazione, marketing, vendite/distribuzione, da un lato, e pubblico – tendenzialmente omogeneo e “prevedibile” – dall’altro.
La rivoluzione digitale – che rischia di assumere connotati tolemaici nella mistica del tecnologico o del buon vecchio tempo andato – continua scompaginare dati e certezze appena acquisite. Una complessità arricchita - per le potenzialità che porta con sé – e in frenetico movimento.
Marco Dal Pozzo (qui in madplab.it) segnala un articolo nel quale si evidenzia l’avanzata del mercato senior. Persone dai 50/60 in su sempre più utilizzatrici e consumatrici delle nuove piattaforme.
Al pubblico dei nativi digitali se ne affianca un altro – potenzialmente più numeroso, considerati i baby boomer degli anni ’60 –, quello degli adottati digitali.
Cambio non da poco e sempre nel segno della maggiore complessità.
Se questi saranno i lettori di riferimento, il passaggio verso i nuovi media - più cauto - potrebbe assumere le forme di una convergenza dal forte sapore di sintesi. Meno strappi e innovazione senza soluzione di continuità.
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