Bonus economici basati sulle pagine viste. La rivoluzione della quantità potrebbe essere intrapresa da Usa Today. I rumor sono riportati qui da editorsweblog e qui da White Hat Writing (peraltro citando la medesima fonte). La mossa - possibile - crea critiche, qui Barbara Sehr, via Seattlepi.
Il potere delle metriche quantitative - in sintesi - minaccia il giornalismo di qualità, orientando la produzione verso la domanda e l'infotainment. Ho parlato di questo argomento al recente Festiva del giornalismo di Perugia (qui): i meccanismi economici della rete stanno puntando verso un ambiente fondato sempre più sull'audience (diversamente chiamata e calcolata). Un meccanismo che rende, una grande parte della comunicazione digitale, vulnerabile all'influenza del medium televisivo. Sopratutto nei paesi a bassa penetrazione informatica, come l'Italia.
Quantità, dunque, senza necessariamente demonizzarla. Il giornale è tale e svolge la sua funzione civile, solo se ha una sufficiente diffusione. La società occidentale - quella che ha prodotto il sistema informativo che si conosce - è fondata sull'accumulo di capitale figlio, prima del commercio e poi della produzione di grandi masse di oggetti e di servizi.
C'è il rischio di una deriva dei contenuti, così come di un generale abbassamento della qualità se si portano alle estreme conseguenze le potenzialità della decisione di Usa Today.
Ma ci sono agenti in grado di assicurare un tendenziale equilibro fra copertura e correttezza dell'informazione. Il primo è il brand-giornale - o del sito - che è un valore economico, l'audience è comunque cercata nell'ambito di questo valore. C'è poi la professionalità di chi scrive, la perdita di reputazione - insidiosa e tentacolare nella socità in rete - è un efficace deterrente all'info-spazzatura dei contenuti.
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