Gli editori di parole stanno sviluppando competenze e modalità di lavoro diverse. La multimedialità ha ridimensionato la centralità della selezione e della redazione dello scritto. Che mantengono un ruolo importante, ma altre variabili tecnologiche – online, app, video, audio – consolidano l’eventuale successo.
Se gli editori cambiano mestiere è anche vero il contrario: le imprese sono e saranno costrette a diventare editori.
Web e comunicazione digitale offrono l’opportunità di valorizzare i propri prodotti attraverso la produzione di contenuti. Portare un’azienda sui media sociali richiede – anche nelle ipotesi di presenza minima e di basso profilo – capacità di parlare, di raccontare.
Frédéric Court (qui, in un articolo pubblicato lo scorso ottobre in paidContent) descrive come – attraverso le inizative e-commerce – il contenuto sia utilizzato come veicolo non tanto promozionale, ma come strumento in grado di creare il contesto, la piazza dove poi saranno acquistate le merci.
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