Niall Harbison (qui, The Next Web) usa un titolo provocatorio – The Decline of Web 2.0 - per descrivere il calo d’interesse di famosi luoghi della socialità in rete. Delicious, Flickr, Myspace, Bebo sono le vittime del cambiamento dei gusti e registrano un sensibile calo di utenti unici
Reti sociali in crisi? La risposta non può che essere negativa. L’affermazione di Facebook e, in parte, di Twitter continua, con spazi crescenti d’interesse. Piuttosto il declino di alcune piattaforme è da annoverare nel processo di selezione della specie che, nel campo tecnologico, ha tempi più spinti rispetto al passato e ad altri settori.
Dinamicità che ha i suoi rischi, come annota Harbison, ovvero quello di disegnare siti e prodotti in funzione di realtà suscettibili nel tempo di passare di moda.
Ma ne vale la pena, non c’è successo – o sopravvivenza – senza alea. La comunicazione sociale, non importa in che forme sia esplicitata, resta l’attore del cambiamento che, integrandosi all’innovazione tecnologia, sta forgiando il nuovo ecosistema dell’informazione. Imparare ad usarla – anche passando attraverso insuccessi – è requisito più che richiesto.
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