Qualche tempo fa si profetizzava sulla morte dei giornali. Poi c’è stato il contrordine: i quotidiani continueranno a vivere, ma con profitti ridotti e strutture più leggere.
L’onere funebre è passato al valore dei contenuti giornalistici. Tenderà sempre più allo zero assoluto e non sarà in grado di produrre un reddito per chi li produce. Teoria formulata da Scott Adams, l’autore di Dilbert.
Secondo Adams il progressivo deprezzamento sarà inversamente proporzionale alla crescita della capacità di trovare contenuti nei vari media (sul tema, il post di Giuseppe Granieri, l’originale, nel blog di Adams e la traduzione in Lsdi).
Mala tempora currunt per il mestiere di scrivere. All’orizzonte modelli di business validi non s’intravedono.
Forse il futuro del giornalismo sta nel secondo lavoro. L’avvocato e il giudice scriveranno articoli sul diritto, il medico sulla salute, il cuoco sull’alimentazione. La politica estera sarà ad appannaggio di chi viaggia: calciatori, uomini d’affari. La cronaca spetterà alle forze dell’ordine e ai portinai.
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