Ejo riporta (qui) i risultati di una ricerca effettuata da Perfect Market (qui): non sono le soft news a generare più traffico e ricavi pubblicitari. Secondo i ricercatori – l’indagine è stata condotta su 15 milioni di articoli pubblicati da 21 siti d’informazione – gli articoli più letti sono quelli che trattano di problemi sociali ed economici. Il lavoro e la disoccupazione, la crisi finanziaria e le rate del mutuo.
Questo al di là dell’oceano. Forse.
Se si torna entro i confini italici, il panorama cambia sensibilmente. Tenendo ferma l’accoppiata guida della raccolta pubblicitaria – pagine viste/utenti unici – l’infotainment è inattaccabile. Mediamente un pezzo su temi economici (pensioni, lavoro) performa in termini di pagine viste circa quattro volte di meno rispetto alla cronaca nera (delitto di Avetrana) o al gossip politico (Ruby e tutti gli annessi). Google alle parole “Bunga bunga”, restituisce 12milioni di risultati, “rate mutui”, 879mila, “disoccupazione”, 368mila.
Questa è la realtà, che può e probabilmente deve essere cambiata – con cause da indagare, valutare: io credo che un ruolo importante sia stato giocato dall’offerta -. Se si parte da letture scorrette, le conclusioni rischiano d’essere, nella migliore delle ipotesi, deludenti.
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