lunedì 28 febbraio 2011

Terza media

I livelli d’istruzione in Italia sono tra i più bassi d’Europa. Il 46% della popolazione ha ottenuto al massimo la terza media, mentre la media europea si attesta al 28,5%. Il declino della Penisola nel rapporto Social watch (segnalazione via West welfare-società-territorio, qui). Da leggere, soprattutto i capitoli relativi a “Formazione” e “Ricerca e innovazione” (qui il pdf).

venerdì 25 febbraio 2011

'48

L’impatto delle reti digitali e della televisione satellitare – il cui ruolo, secondo molti osservatori, è stato centrale – ha creato indubbiamente la trave su cui si sono sorrette e propagate le insurrezioni contro i regimi del Nord Africa. Ordinamenti, peraltro, retti da lungo tempo da oligarchie di potere. Stati para-democratici, nei migliori dei casi. Da qui si parte e se si aggiungono la diffusa povertà, la presenza di giovani più istruiti rispetto al passato, si colgono l’essenza e le cause di quella che già adesso viene definita “rivoluzione araba”.

Ma l’effetto domino – o contagio diffuso – non è prerogativa del terzo millennio e neppure delle società iper tecnologiche. La "primavera dei popoli" nel 1848 portò al rovesciamento dell’Europa creata con la Restaurazione. Le insurrezioni di Parigi, Milano, Vienna e Budapest crearono le basi degli attuali Stati costituzionali.
La lettura degli eventi in corso, senza una giusta prospettiva storica, contiene il rischio di mistificare oggetti e strumenti. E la comunicazione digitale è fra questi.

mercoledì 23 febbraio 2011

Le vie del Nord per l’iPad

Sei modi per portare l’informazione sul tablet da divano. Gli esempi arrivano – grazie a John Einar Sandvand, via Beta Tales (qui) – dal variegato ecosistema della Scandinavia. Le offerte variano dalla replica pura e semplice della versione cartacea – abbellita e resa interattiva – alla creazione di applicazioni native.

Il post merita di essere letto, perché mostra un panorama editoriale concretamente in fermento innovativo. Ed è bene fare attenzione sulla soluzione n. 6 “Special purpose apps”, ovvero le applicazioni in grado di soddisfare i bisogni informativi verticali. Prendendo il rischio di essere smentito dai fatti già domani: i tablet – con l’attuale tecnologia e gli attuali prezzi – sono opzioni impegnative e scarsamente redditizie per gli editori generalisti. Il discorso è opposto, invece, per quelli professionali.

martedì 22 febbraio 2011

Finanza personale

Informazione finanziaria rigorosa e puntuale per recuperare il rapporto di fiducia con i lettori. E’ la ricetta di Steve Schifferes, presentata alla City University di Londra (qui, via journalism.co.uk).
Soluzione che merita di essere utilizzata anche come materia prima per elaborare nuovi prodotti editoriali.

I quotidiani, fino alle start up di recente formazione, convergono verso il generalista: un mercato intasato a tenue speranza di affermazione. Il settore delle notizie economiche offre grandi potenzialità. E non solo per l’assenza d’iniziative di questo genere. C’è un linguaggio da riprogrammare, strumenti da provare e testare.

Le offerte generaliste, alla fine, sono figlie del vecchio schema giornale-lettore, che aveva il compito di descrivere la realtà e costruire un senso condiviso. Le reti digitali hanno modificato e decostruito queste funzioni. Il senso e il giornale quotidiano sono prodotti da tanti personal media e dall’autocomunicazione. Gli editori devono liberasi dai vecchi schemi e diventare flusso di contenuti. Non più il giornale come "codex" giuridico chiuso, ma la notizia/storia che diventa “giurisprudenza” di un sistema di common law. In questo processo l’informazione economica - di servizio, capace di orientare e spiegare - potrebbe diventare una delle travi da cui il nuovo lettore può attingere per costruire il proprio palinsesto.

lunedì 21 febbraio 2011

E il freddo batte la crisi libica

Gran parte degli utenti italiani è più interessata all’arrivo del freddo – previsto per metà settimana – rispetto a ciò che sta accadendo nel Paese nordafricano. Almeno così raccontano gli indicatori del traffico in rete in tempo reale.

venerdì 18 febbraio 2011

Risparmio d’America

Gli Usa spendono di meno (qui, via Chart Porn). Costretti dalla crisi stanno rapidamente riducendo l’ammontare dei debiti privati. Se il cambio sarà duraturo e strutturale, l’intera economia mondiale dovrà tenerne conto. Perché l’indebitamento e il consumo oltre il necessario sono il carburante essenziale del mercato.

giovedì 17 febbraio 2011

“i”, note di fado


Secondo la Society for news design il quotidiano portoghese “i” propone la miglior grafica del mondo (qui, via journalism.co.uk). Titolo assegnato da 32 giudici con questa motivazione:
“stood out for its ability to take the best of the visual language of newspapers, magazines and other publications and create something new that is more than the sum of its parts”.
Un giornale nuovo, oltre la grafica. Ha un formato più piccolo di un tabloid – molto maneggevole – non ha sezioni fisse, ma sono quotidianamente ricomposte e rimodulate, gran parte degli articoli sono brevi e accompagnati da foto e tabelle, infografica ampiamente utilizzata (qui lo slideshow).
Il lavoro editoriale – secondo quanto riporta editorswebblog (qui, post del 2009) non solo è piaciuto al pubblico, ma ha attirato nuovi lettori (il 23%) non abituati a consultare regolarmente un giornale.

Dunque innovare. Ed è possibile anche sulla carta (peraltro la versione online di “i” offre molte soluzioni interessanti, come – ad esempio – la preview degli articoli strillati sulla home page).

mercoledì 16 febbraio 2011

Social media manager

Via Socialcast (qui) un grafico sulla giornata tipo di chi cura contenuti e brand sui media sociali. Messa così, gli aspetti d’interesse sono decisamente sopraffatti dai ritmi frenetici.

martedì 15 febbraio 2011

Incidenti dell’innovazione

Gli incidenti stradali – eventi tragici, ma consueti e banali nella quotidianità - raccontati ai lettori in modo del tutto nuovo. Il progetto editoriale (qui, via BetaTales)  si chiama “Killing Roads”, ed è stato realizzato dal Bergens Tidende, un giornale norvegese. Un lavoro di contenuto, di processo e di collaborazione, realizzato da giornalisti e da programmatori, utilizzando i tool informativi disponibili in rete.

La fonte è un registro pubblico - il Norvegian Public Roads Administration – nel quale sono annotati gli incidenti avvenuti nel paese. Le informazioni sono state riportate e geo-localizzate su Google map. Questo ha consentito la creazione di ricco database visualizzato sulla cartina geografica (qui): i luoghi, le vittime, i limiti di velocità, le condizioni atmosferiche.


Poi il lavoro giornalistico si è sviluppato attraverso la costruzione delle storie: sono stati individuate le vittime, pubblicate le foto, realizzate interviste.
A sua volta il progetto è diventato materiale per scrivere articoli, fare video e approfondimenti.

Da "Killing Road" si possono trarre alcune considerazioni e un problema:
- le banche dati della pubblica amministrazione (oltre quelle delle associazioni di categoria, delle camere di commercio) sono fonte d’informazione aggregata da cui è possibile intrecciare e poi costruire strumenti multimediali (scritti, audio, video, mappe) per la comprensione e il racconto della realtà;
- fare giornalismo significa sempre di più occuparsi sia del contenuto sia del processo, inteso come interazione tra diverse figure professionali e diversi livelli di rappresentazione;
- l’informazione costruita su eventi che possono essere visualizzati “a mappe” offre ai quotidiani – soprattutto locali – la possibilità di rinsaldare il senso di comunità e identità, i due aspetti maggiormente destrutturati dall’avvento del web;
- questi prodotti – ed è questo il problema, noto ma irrisolto - richiedono tempo e risorse. Elementi disponibili in un ecosistema in salute, in grado di fare profitto attraverso canali a basso valore aggiunto che finanziano la creatività.
Orizzonte oggi difficilmente sostenibile: l’epoca della quantità – il traffico – costringe all’attualità e all'immediato e riduce gli spazi “fisici” d’innovazione.

lunedì 14 febbraio 2011

Le parole dello zodiaco

"Information is Beatiful" ha preso 22mila previsioni, le ha analizzate e poi sintetizzate attraverso una nuvola di tag (qui): il 90% delle parole usate sono le stesse. A prescindere dai segni.

venerdì 11 febbraio 2011

T’amo ma non ti credo, padrona dell’universo

Secondo la ricerca realizzata da LaRica (Laboratorio di Ricerca avanzata, università di Urbino, qui e qui la segnalazione via VincosBlog), la Tv rimane il mezzo d’informazione più utilizzato dagli italiani (90,8%) e quello considerato più influente nella formazione delle opinioni (62,1%). L’uso della rete è in crescita, ma non mette in atto alcun tasso di sostituzione. L’informazione online si integra con quella di altre piattaforme: il 50,5% degli italiani opta per una combinazione di fonti informative – online, analogiche, televisive – e quasi la metà dichiara di usare cinque o più mezzi di comunicazione.
L’effetto master della  televisione è ulteriormente evidenziato anche dal comportamento degli online news consumer: il 60,9% (93,8% nella fascia 18-29 anni) s’informa attraverso i portali (Google news, Libero, Virgilio, Msn), ovvero quei siti dove è più difficile cogliere una soluzione di continuità tra l’agenda setting dei media mainstream e le reti digitali. Una scelta apparentemente contraddittoria, visto che i navigatori sono più critici nei confronti del sistema dei media: solo la metà si fida della Tv, contro il 63,2% dei consumatori offline.


Una specie di rapporto fumatore/sigaretta – si continua a fumare nonostante si sappia dei possibili danni alla salute - che si realizza nell’ecosistema dell’informazione? Fino a un certo punto, in realtà il ruolo televisivo è un tipico caso di influenza dell’offerta sulla domanda. Che ha spostato l’attenzione mediatica prevalentemente verso l’infotainment (sull'argomento "Sempre più informazione, sempre meno lettori", qui via Lsdi)

mercoledì 9 febbraio 2011

Wall Street senza contenuto

Le scommesse della finanza vanno in direzione opposta al core business delle “old media company”, che è quello di produrre contenuti.  Come racconta Alan Mutter (qui, via Reflection of a Newsosaur), Wall Street preferisce puntare i propri soldi su compagnie come Facebook, Demand Media e Huffington Post.

La tabella sulla capitalizzazione è eloquente.


Il vantaggio competitivo, inteso come capacità di attrarre capitale di rischio, in questo momento è nelle mani di quelle società capaci di aggregare, attirare e auto-produrre contenuti.

martedì 8 febbraio 2011

Debito pubblico e allarme rosso


Il Fondo monetario internazionale ha creato un tool (qui) sullo stato dell’indebitamento pubblico. La grafica non rivela nulla di nuovo: l’Italia e gli Usa sono tra paesi più esposti, evidenziati dal rosso fuoco.
Comunque la visione globale rende evidente con particolare intensità la dimensione del debito italiano, secondo, in valori assoluti, solo a quello del Congo.

Apple e il mal di pancia dei giornali

Annuncio d’allarme pubblico dell’European Newspaper Publishers’ association sulle strategie messe in atto da Cupertino (qui): l’asse iTunes-iPad minaccia le case editrici che rischiano, non solo di sottostare a regole esogene circa la suddivisione degli introiti sulle vendite, ma pure di vedersi sottrarre le informazioni sui comportamenti dei lettori.

lunedì 7 febbraio 2011

Macchia d’olio

Chi il prossimo? L’Economist si chiede quale sarà il paese arabo coinvolto da richieste di cambiamento (qui). Secondo il magazine inglese i due regimi a rischio sono quelli dello Yemen e del Sudan. Anche se tensioni stanno emergendo in tutta l’area, dal Marocco alla Siria.

Le condizioni socio economiche sembrano per ora scongiurare un immediato coinvolgimento dell’Arabia Saudita. Per ora, ma “non per sempre”, chiude così l'articolo. Svelando la paura che sicuramente c’è nelle cancellerie di tutto il mondo. L’instabilizzazione del paese – il maggiore produttore di petrolio del globo – inserirebbe una variabile nuova nelle coordinate economiche post-crisi.

venerdì 4 febbraio 2011

Rivoluzione tolemaica


Piotr Kaczmarek ha ridisegnato, attraverso un tool animato (qui, via Chart Porn), il sistema solare portando la Terra nuovamente al centro dell’Universo. Affascinante e divertente ritorno al medioevo.

giovedì 3 febbraio 2011

Internazionale digitale

L’autocomunicazione di massa, resa possibile dalle reti digitali, sta svolgendo un ruolo decisivo nelle rivolte in Nord Africa. I social media (qui Pierluca Santoro, via Costruendo L’Indro) decodificano, comunicano e interconnettono luoghi, sentimenti e richieste politiche.

La generazione dei first global – definizione utilizzata da Zogby (Way We’ll Be) e riferita ai giovani americani nati negli anni Ottanta – è senza confini. Ora abita in Europa, in Asia e in Africa. Non sono solo giovani, non sono solo nativi digitali.

Le reti di comunicazione stanno ridisegnando la natura dei conflitti, che sarà sempre meno confronto tra Nazioni. Comunque alimentate dalle disuguaglianze, da regimi inetti e corrotti, le guerre del millennio digitale avranno origine all’interno degli ordinamenti statali. Un’internazionale globale, non ideologica, ma pratica, agente, che il potere politico non potrà più ignorare e – credo – bloccare.

mercoledì 2 febbraio 2011

Internet, briglie senza confini

La censura non è un patrimonio dei Paesi esotici o di lontane dittature. Spesso è utilizzata a piene mani anche da quelle che sono considerate democrazie avanzate. Le vie per imporre limitazioni e controlli sono diverse, di solito condensate attorno al principio della sicurezza (dello Stato, dei cittadini, dell'interesse nazionale).

Negli Usa “The protecting cyberspace as a national national assect act of 2010” potrebbe consegnare a un'autorità statale – la National center for cybersecurity and communications – il potere di chiudere l'accesso a internet (qui, via The Blog Herald). Potere esercitabile per proteggere i cittadini da minacce informatiche (virus?).

In Italia, Tluc blog segnala (qui) la delibera n. 668/2010 dell'Autorità garante per le comunicazioni che consente di impedire – con criteri poco chiari – l'accesso a qualunque sito web sospettato di violazione delle norme sul diritto d'autore. Accertamento e relativa sanzione eseguite scalvando la magistratura ordinaria (“Sito non raggiungibile” è l'iniziativa di protesta contro il provvedimento).

La Cina, l'Egitto e l'Iran – evidentemente – non sono luoghi e realtà lontane.