giovedì 30 giugno 2011

Chat newspaper

Una chat per dialogare su linea editoriale e sugli articoli da pubblicare. La sperimentazione è condotta da Norran, un quotidiano svedese, che spinge nella direzione della trasparenza e del coinvolgimento, per rendere più saldo il rapporto con i lettori. E la fa - particolare importante - usando una piattaforma proprietaria (segnalazione via journalism.co.uk, qui). Un'iniziativa che sembra abbia portato risultati positivi sia sul traffico generato sia sulla raccolta pubblicitaria.

Ascoltare e formare, alimentare una comunità sono azioni tipiche dell'attività di un giornale. Potenzialmente l'esperimento chat può rafforzare il legame con il lettore e recuperare il terreno perso dopo l'affermazione dei social network e delle reti digitali. Non è un percorso facile, ma tra le sfide, i giornali hanno pure quella di ritornare a essere l'interpreti di un sentire comune a un gruppo, delimitato per interessi economici o, più semplicemente, per contiguità geografica.

mercoledì 29 giugno 2011

Due mondi


Il pianeta Terra ospita ancora due mondi. Nonostante la globalizzazione abbia ridotto le distanze e diversi paesi puntino con decisione essere inglobati dal primo.
Ma per ora c'è un Occidente (Usa e Europa) ricco, dove si vive di più e ci si ammala di meno. E dove il tasso d'inquinamento è sensibilmente maggiore rispetto ad altre regioni.

"Dove e come viviamo" è la fotografia scattata dall'ottima infografica realizzata (qui) dal National Geographic. Una mappa visuale sulla distribuzione delle ricchezze e delle ingiustizie.

martedì 28 giugno 2011

Verso il tempo della censura



6 luglio 2011. Da questa data, i contenuti che violano le norme sul copyright potranno essere rimossi dalle piattaforme online – ovvero blog e siti web – direttamente dall’intervento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). Non è prevista la presenza di un organo giurisdizionale.
E' quanto prevede una delibera che sta per essere approvata dall'Agcom.

L’intero procedimento è scandito da tempi brevi – cinque giorni di tempo per il contraddittorio – che prende il via dalla segnalazione del presunto titolare del diritto d’autore. Se la segnalazione è ritenuta fondata dovranno essere eliminati i contenuti lesivi del copyright dalla società che gestisce l’accesso a internet. L’utente del blog o del sito non ha diritto a essere informato.
E per quanto riguarda le azioni previste nel caso di violazioni ascrivibili a siti esteri, la delibera affida all’Authority poteri cautelari - potenzialmente lesivi della libertà d’espressione - attribuiti dall'ordinamento alla magistratura.
4. Adozione del provvedimento di ordine alla rimozione – Se l’Autorità, all’esito delle verifiche in contraddittorio, ritiene violata la normativa in tema di diritto d’autore, ordina senza ritardo al gestore del sito o al fornitore del servizio di media audiovisivo, anche per via telematica, l’immediata rimozione del materiale trasmesso in violazione …e possibilità, in casi estremi e previo contraddittorio, dell’inibizione del nome del sito web, ovvero dell’indirizzo IP, analogamente a quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, ovvero per i casi di pedopornografia. (punto 4, paragrafo 3.5 della delibera, via L’angolo di Pierani, qui).
La mobilitazione e le iniziative in rete contro la delibera Agcom, sono soprattutto organizzate attorno all’attività di Agorà digitale (qui).
Segnalo altre risorse:
- L’angolo di Pierani (qui), analisi e commenti sui punti della delibera,
- Guido Scorza (qui via Wired) con un’analisi sulle motivazioni giuridiche e politiche del provvedimento,
- Pino Bruno (qui), sulle reazioni giuridiche al provvedimento, con riferimento al possibile ricorso alla Corte di giustizia europea,
- Marco Bardazzi (qui), un bel pezzo sulle opinioni pro e contro la delibera,
- Vittorio Zambardino (qui) sull'inazione dei censurati (“reagisci Italia”),
- Il gruppo di Facebook (qui).

lunedì 27 giugno 2011

L’asteroide 2011 MD

In questi giorni la Terra è “sfiorata” da un piccolo asteroide. Un corpo roccioso del diametro di dieci metri sta passando a circa 12mila chilometri. Nessun allarme, sono episodi frequenti. E il destino di questi corpi celesti è segnato, se l’orbita entra in collisione con quella terrestre, finiscono distrutti dall’impatto con l’atmosfera.

Il viaggio di 2011 MD è giunto alla mia attenzione, via Storyful (qui), grazie a un pezzo realizzato - come da “statuto” - in modalità patchwork. L’effetto, conseguente all’aggregazione di fonti diverse – tweet, video, blog e note dell’autore -, è interessante. Si riescono a coniugare due momenti tendenzialmente inconciliabili, ovvero la lettura veloce – le snack news -, e il possibile approfondimento. Risultato ottenuto in maniera più coinvolgente – generando frequenti stimoli all'attenzione del lettore – rispetto a un breve articolo corredato da un elenco di link.
Il prodotto Storyful è una sperimentazione da seguire con attenzione.

giovedì 23 giugno 2011

User generated content

L’auto-comunicazione  di massa tocca le forme di maggiore intensità attraverso l’upload di video e foto, scritti sulle piattaforme digitali. Attività che generano numeri incredibili e un consistente fatturato (da cui sono del tutto esclusi gli autori dei contenuti). L’infografica segnalata qui da The Next Web offre un’interessante fotografia del fenomeno.

mercoledì 22 giugno 2011

Amazon e l’illusione della libertà

Il signor John Locke ha venduto più di un milione di copie su Kindle, utilizzando la piattaforma di self-publishing di Amazon (qui, via editorsweblog.org e qui, via MarketWatch).
Notizia potenzialmente densa di conseguenze per gli editori tradizionali. Si affacciano sul mercato – con una presenza più che visibile – i cosiddetti autori “indipendenti”, in grado di fare a meno dell'attività d’intermediazione culturale e industriale svolta dalle case editrici.

La pericolosità del fenomeno è inversamente proporzionale all’inazione. Se gli editori si arroccano su posizioni di rendita, scarsamente innovative, aumenteranno sensibilmente le probabilità che la schiera degli scrittori “autonomi” possa erodere fatturato e profitto.

Un futuro senza editori è possibile? Non sarebbe una novità. Nella storia dell’umanità la presenza di organizzazioni industriali, dedite alla produzione e alla diffusione di opere intellettuali, occupa un breve periodo. Per secoli, potere temporale e spirituale, attraverso il mecenatismo, hanno gestito la trasmissione del sapere.
Se la parentesi di Gutenberg si chiudesse, i nuovi protagonisti sarebbero le piattaforme di distribuzione digitale. Piattaforme proprietarie che legittimamente perseguono il fine del guadagno. Naturalmente le garanzie a tutela della libertà d’espressione non sarebbero maggiori rispetto a quelle fornite, per esempio, da Mondadori o Rcs

Certo ci sarebbe, almeno all’inizio, l’illusione di poter disporre di strumenti capaci di coltivare e fare esplodere, nella sua pienezza, l'aspirazione verso forme di comunicazione senza controllo preventivo.
Ma il rischio di subire profonde delusioni è tutt’altro che remoto, perché l’agire online ha gli stessi effetti di un urlo allo stadio, ovvero, nonostante il volume, passa assolutamente inosservato. A meno che quell’urlo non sia ospitato da strutture industriali, tendenzialmente monopoliste, capaci di vendere il prodotto ai propri clienti/utenti.

martedì 21 giugno 2011

Oceano

La vita nella pienezza del presente, scolpita da un elegante movimento, sul palcoscenico di un passato, fatto di relitti di guerra. Emozionante il video “Ocean”, realizzato da Sarosh Jacob (segnalato via Storyful, qui): da guardare e ascoltare.


OCEAN from Sarosh Jacob on Vimeo.

lunedì 20 giugno 2011

From .com to .brand

Le decisione dell’Icann – nomi delle aziende nel suffisso di dominio – visualizzata in un’infografica (qui, via The Next Web).

venerdì 17 giugno 2011

Il valore della community

I giornali sono comunità. D’interessi, d’opinione. Ma anche comunità fissate da confini geografici. In generale ogni media – a partire dall’editore che pubblica solo libri – ha la capacità di legare sotto un unico denominatore comune le stesse modalità di percepire e di rapportarsi con la realtà.

La capacità di fare comunità è un abilità che gli editori hanno ben prima dall’affermarsi delle reti digitali, seppure realizzata con strumenti diversi. Un patrimonio che, come suggerisce Mathew Ingram su Gicaom (qui), può diventare un’occasione nel percorso di creazione di un modello economico profittevole.

giovedì 16 giugno 2011

Realtà di rete

“Ha vinto la rete”. Raccontano i media per spiegare l’alta partecipazione ai referendum del 12 e 13 giugno 2011. Così come per i fatti di Milano – città che frequento per lavoro. La comunicazione digitale, parallela – non alternativa – ai media mainstream, ha giocato un ruolo rilevante nella vittoria finale di Giuliano Pisapia.
Dunque l’Italia si è trasformata? Non eravamo un popolo teledipendente, vecchio e poco informatizzato?

Io non credo che il paese sia cambiato così in fretta e all’improvviso. Intendo dal punto di vista del ritardo tecnologico e del consumo dell’informazione. Con tutta probabilità – e più semplicemente – è stata la realtà quotidiana a guidare le scelte dell’elettorato. Che ha assunto le forme di paura per il nucleare o di sospetto per la gestione privata dell’acqua pubblica. E Pisapia è stato spinto verso il successo dalla cattiva amministrazione cittadina del sindaco Moratti.
La rete, ancora, ha negato ogni presunta divisione tra reale e virtuale. E ha assunto il ruolo di megafono e registrazione del vivere quotidiano, delle paure e del malcontento.

mercoledì 15 giugno 2011

Banda stretta, Pil piccolo

“L’orlo della retrocessione in serie B” per la connessione veloce è stato certificato dal presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò (qui). Numeri eloquenti: in Italia la percentuale delle abitazioni dotate di banda larga è inferiore al 50%, contro una media europea del 61%. Il digital divide si attesta al 4% a cui si aggiunge un 18% della popolazione servita sotto i 2 mbit al secondo.

Si aggiunge, inoltre, un problema di analfabetizzazione informatica – causata a mio giudizio soprattutto da una scuola inadeguata e impoverita di risorse – che porta a ignorare la rete e le nuove tecnologie.
La sfida digitale una è una delle tante che il paese si trova ad affrontare per tornare a crescere.

Tra diffusione della banda larga e perfomance del prodotto interno lordo c’è un legame direttamente proporzionale. A tale proposito vale la pena ricordare l’infografica (segnalata qui da Pierluca Santoro, via Il Giornalaio) che evidenza la correlazione tra accesso alla banda larga e prodotto interno lordo di ciascun paese.

martedì 14 giugno 2011

Fiatone italico

L'Italia ha registrato un segno negativo per il prodotto interno lordo pro capite nella prima decade del 2000 (qui, via Economist). Declino, dunque, che ha origini antecedenti alla grande crisi del 2008.

lunedì 13 giugno 2011

La rete classista

I media sociali sono un luoghi esclusivi riservati a chi ha un reddito e un’educazione superiore? Risposta affermativa, almeno secondo i risultati di una ricerca realizzata da Jen Schradie per l’Università di Berkeley (studio riportato qui, via Lsdi).

venerdì 10 giugno 2011

La superficie orizzontale di Storyful

Storyful è un sito, una start up, che racconta la realtà utilizzando le nuove risorse dell’ecosistema informativo. Gli articoli aggregano tweet, video, brevi descrizioni dell’autore. Reductio ad unum per gestire la complessità, senza perdere la ricchezza dell’informazione diffusa.
Tentativi, sperimentazioni. Sono prove d’uso di una materia le cui proprietà sono ancora poco conosciute.

I contenuti pubblicati in questa modalità sono affascinanti per la capacità di raccogliere voci e immagini, per la capacità di sintesi. Sono istantanee che fermano con precisione l’evento, in ogni particolare. Ma, come ogni foto, sono generalmente prive di profondità. Lo spazio per l’approfondimento e la riflessione è ridotto. Non è una novità, questa è la caratteristica dominante dell’informazione online.
Gli editori tradizionali si infileranno in questo spazio? Il percorso potrebbe essere quello di far convergere l’asse orizzontale - l’info veloce, le snack news, gli aggregatori di tweet – all’asse verticale - quella della lettura "lenta", riservata alla riflessione -.

mercoledì 8 giugno 2011

Pesci annegati

La mappa realizzata da David McCandless e pubblicata dal Guardian (qui), visualizza – in modo impressionate – il progressivo impoverimento della fauna ittica dell’Atlantico.
Impoverimento iniziato 100 anni fa e che ha portato numerose specie sull’orlo dell’estinzione.





Il disastro ambientale è evidente, come pure la scarsa efficacia delle politiche di limitazione della pesca e di ripopolamento.