venerdì 30 marzo 2012

Viaggi semantici

Il nuovo canale dedicato a chi ama i viaggi del portale Virgilio.it presenta spunti innovativi nell'organizzazione dei contenuti. Nell'impostazione grafica e nell'occupazione degli spazi, dove si privilegiano le foto e i servizi (prenotazione voli, mappe), non ci sono sostanziali differenze rispetto ad altri siti del settore. Il prodotto si distingue nell'architettura delle informazioni, attraverso una struttura che punta a superare la classica navigazione a sezioni (che peraltro non manca).
Ogni articolo è accompagnato da tag in grado di fornire aggregazioni a tema e correlati con l'argomento scelto.


Mash up semantici che offrono, nonostante i risultati siano migliorabili in alcune funzionalità, interessanti prospettive. Per la raccolta pubblicitaria la possibilità di intraprendere campagne più mirate, mentre la visibilità dei contenuti diventa meno dipendente dalla presenza in home page. L'articolo tende a essere visualizzato in funzione degli interessi del lettore/utente piuttosto che dall'esposizione sulla vetrina principale del sito.

mercoledì 28 marzo 2012

Parole, timeline e melting pot

La ricerca realizzata da Simply Measured - società specializzata nell'analisi del traffico sui media sociali - evidenzia come l'introduzione della timeline su Facebook abbia aumentato del 46% l'engagement (per un + 16% su base annua) sulle pagine delle aziende oggetto dell'indagine (segnalazione qui, via Mashable).


Risultato ottenuto grazie alla maggiore visibilità riservata ai video e alle immagini. Dunque incremento del coinvolgimento attraverso la multimedialità. Dati e tendenza confermati dal successo di Pinterest: le board sono raccolte di foto. E da sempre le fotogallery sono fonte inesauribile di traffico per qualsiasi sito.

Molte giornali sono attivi sull'orizzonte di quella che può essere definita multimedialità sociale e di seconda generazione. Il recente accordo del Guardian con Google Tv va in questa direzione. Il New York Times sta usando la timeline di Facebook anche per presentare il proprio archivio storico, composto in gran parte da materiale fotografico. Il blog The Big Picture (The Boston Globe) non smette di stupire per la bellezza delle foto pubblicate e per le emozioni che è in grado di trasmettere. Oltre i confini del mestiere di editore, merita una segnalazione Cowbird, comunità costruita attorno all'intreccio immagine/racconto (con aspetti innovativi, a partire dalla home page che potrebbe ispirare nuove realizzazioni per le testate online) . Sui tablet, Flipboard una delle app di notizie più scaricate, fa uso sapiente delle foto per presentare l'aggregazione dei contenuti.

La parola scritta sulle piattaforme digitali, che restano sempre dei monitor, seppure piccoli, belli e di moda, diluisce l'efficienza. Diventa un bit tra altri bit. L'informazione, la comunicazione sono diventati un melting pot, un mosaico di supporti diversi.

lunedì 26 marzo 2012

Guardian Tv

Il quotidiano inglese prosegue nella costruzione di un ambiente a trazione digitale. Attraverso un'app realizzata per Google Tv, gli utenti degli Stati Uniti potranno accedere ai contenuti direttamente dallo schermo televisivo:. video, foto e testo (segnalazione qui, via The Next Web Media). Il Guardian diventa uno dei primi giornali nella sperimentazione sull'ambiente Tv.
Contaminazione tra dimensioni diverse, che offrirà un'esperienza di lettura nuova agli utenti (sul cui gradimento confido poco), ma soprattutto contribuirà a consolidare una cultura del cambiamento e dell'innovazione, irrinunciabile per la sopravvivenza delle testate giornalistiche.

venerdì 23 marzo 2012

Sesto senso

Il lavoro delle redazioni cambia. Con velocità non uniforme, a strappi. Il traguardo è la convergenza editoriale, raggiungibile attraverso contenuti aggregati, in grado di dare al lettore una selezione. Scelta, verifica, controllo, di video, foto e contributi creati sulle reti sociali. Catalizzati attorno alla parte d'autore che diventa il collante, lo strumento per comprendere la realtà.

Una redazione "portale" - non senza analogie con i portali degli anno '90 - che affina un sesto senso per eliminare il rumore di fondo della rete e offrire solo le note migliori al pubblico. Su queste metodologie di lavoro - fatte d'innovazione tecnologica e analogica - ho scritto un post su Voices.

giovedì 22 marzo 2012

Finanza in tempo reale

Il London Stock Exchange e Google hanno siglato un accordo per la pubblicazione in tempo reale dei dati finanziari delle Piazze di Londra e Milano. Un'ottima notizia per gli utenti del motore di ricerca, che avranno la possibilità accedere a un servizio attualmente disponibile con un ritardo di circa 15 minuti.
Valutazione diametralmente opposta per i siti (o loro sezioni) che attorno ai feed di Borsa - forniti non in tempo reale - realizzano gran parte del traffico (all'incirca una media del 60% delle page view).

In prospettiva sarà necessario cambiare strategia, attraverso il potenziamento dei servizi e della parte editoriale. Analisi, contributi d'autore, coinvolgimento degli utenti. Creare senso, informare, dare voce ai numeri. Diventare editori, lavoro che - almeno per ora - Google non sembra avere intenzione di fare.

mercoledì 21 marzo 2012

New York Times, l'onda del paywall

Cresce in maniera costante il numero delle sottoscrizioni alle edizioni digitali del quotidiano americano, fino a raggiungere i 454mila abbonamenti - secondo le proiezioni - nel primo quadrimestre del 2012 (qui, via Columbia Journalism Review).

Ecco i dati 2011-2012:
- 2° quarter: 281.000;
- 3° quarter: 324.000;
- 4° quarter: 406.000;
- 1° quarter 2012 (stime): 454.000.

Il modello di business del NYT sembra, dunque, funzionare (un paywall destinato agli hard user che superano i 20 accessi al mese), anche se per ora è solo in grado di limitare i danni derivanti dal calo della diffusione e dei ricavi pubblicitari su carta.
E oltre alle dinamiche economiche, la conversione alla lettura digitale a pagamento tocca un tasto - come segnala l'autore del pezzo, Ryan Chittum - a me caro: l'esclusione delle fasce sociali più deboli. L'uso degli strumenti tecnologici, seppure sempre più semplici e tendenzialmente meno costosi, creano barriere d'accesso all'informazione, sensibilmente più alte rispetto ai vecchi quotidiani.

lunedì 19 marzo 2012

La forza centripeta dell'editore

Non è raro leggere, con cadenza periodica, dibattiti sulla crisi dei blog, con le inevitabili previsioni di inesorabile declino. La ricerca realizzata da NM Incite (società realizzata dalla collaborazione tra Nielsen e McKinsey), mostra, invece, una costante crescita del numero dei blog su scala mondiale. La maggioranza dei blogger sono donne, la metà è collocata nella fascia di età 18 - 34 anni.
Un numero rilevante di persone che amano scrivere, esprimere opinioni. Negli Stati Uniti gli utenti unici sulle piattaforme Blogger, Wordpress e Tumblr, a ottobre 2011, sono stati 46 milioni, numero superato solo dalle performance di Facebook.


Lunga vita ai blog. E peraltro credo sia inutile sprecare troppe energie su che sono i blogger e se fanno informazione (il che non toglie a sia necessario seguire un codice di comportamento per chi intende fare del proprio spazio di conversazione un luogo attendibile).

La fotografia attuale mostra un ecosistema complesso, integrato e che difficilmente cannibalizza le diverse forme di espressione. Complessità agli antipodi rispetto all'informazione tradizionale e al connesso modello di business - ancora dominante - spalmato sulla prospettiva lineare vendita/diffusione/pubblicità.

Il sistema che si è formato è caratterizzato da spinte centrifughe rispetto alla produzione professionale (in parte sintetizzabile nella cosiddetta disintermediazione dei contenuti), parzialmente contro-bilanciate da forze centripete, che puntano diritto verso le fonti "primarie" delle notizie, in larga parte ancora monopolio degli editori. Confronto tra forze che suddividono l'ecosistema in due blocchi: produzione e distribuzione. Case editrici e testate stanno nel primo, mentre nel secondo il resto, i media sociali, da Twitter a Facebook. I blog, a volte luoghi di riflessione e opinione, si pongono come anello di congiunzione fra queste due realtà.

Il consolidamento del modello economico deve puntare alla valorizzazione della forza attrattiva, dall'essere fonte dell'universo digitale, con modalità che non necessariamente portano al paywall. Le sperimentazioni, dopo un lungo periodo d'inerzia, non mancano e seppure diverse, sono catalizzate attorno alla costruzione di un editore modulare, capace di realizzare una convergenza editoriale in funzione della segmentazione del mercato e del pubblico.

venerdì 16 marzo 2012

Inside Beijing

"Il vantaggio della società cinese contemporanea è che non abbiamo cultura, Questa è la ragione per cui l'economia si è sviluppata così velocemente, non abbiamo praticamente nessun divieto. Possiamo fare quasi tutto qui, perché non abbiamo cultura"
Parole dell'architetto Qi Xin. Chiudono il video di presentazione di un viaggio attraverso le strade di Pechino. Un percorso in bicicletta - a mezz'altezza, dunque - tra gente e strade, palazzi. Tra il disincanto intellettuale e la tenacia di un'antica cultura.


L'installazione, realizzata da Gabriele e Claudia (e prodotta da E-il mensile) è ospitata nell'ambito del 22° Festival del cinema Africano, d'Asia e dell'America latina che si tiene a Milano dal 21 marzo. Per chi può, è un'occasione per conoscere la Cina, il paese che sta catalizzando paure e speranze dell'intero Occidente.

giovedì 15 marzo 2012

Italiani che pagano. Le notizie

Secondo una ricerca condotta da Nielsen i possessori di tablet in Germania, Italia, Regno Unito e Usa, sono propensi a pagare per accedere ai contenuti. Gli store realizzati dalla Apple e Google, che hanno concesso al gratuito solo minima parte dei prodotti, non hanno cambiato le abitudini di acquisto.

Tra i consumi a pagamento spiccano i download di musica e film, mentre in Italia l’accesso alle notizia prevale sul qualsiasi altro prodotto. Probabilmente la causa va ricercata nella sovrapposizione tra pubblico abituale dei giornali – più colto e abbiente – e gli utilizzatori di device mobili.

mercoledì 14 marzo 2012

L'editore creativo

Il mestiere di editore cambierà. In forme tutte da definire, ma sicuramente caratterizzate da una contaminazione diffusa. Al connubio storico tra contenuti e pubblicità si affiancheranno altre modalità di business, come lo shopping o l'organizzazione di eventi, la formazione.
Nuove aziende, modulari, che useranno la produzione editoriale in funzione del risultato: raccolta pubblicitaria, soddisfazione verticale delle nicchie di lettori, comunicazione e promozione di manifestazioni proprie. Processo che richiede creatività e capacità di interpretare i diversificati bisogni del mercato.

Editor&Publisher (con articolo firmato da Kristina Ackermann, qui) racconta case history di giornali che attraverso il cambiamento e l'adattamento hanno ottenuto validi risultati economici. Quotidiani locali - con tiratura limitata, almeno secondo gli standard Usa -  che hanno percorso il binario innovazione/bias fine dei vecchi modelli.
The Altoona Mirror ha affiancato all'attività editoriale l'organizzazione di eventi e seminari (a volte gratuiti, altre a pagamento). L'Amador Ledger Dispatch ha creato un social network per stimolare la collaborazione con i lettori. Il Great Falls Tribune attraverso l'analisi dei bisogni  dei lettori, ha pubblicato un magazine di nicchia.

Sperimentazioni che son legate da uno spesso filo conduttore: formare una comunità fidelizzata disponibile a seguire la testata. A prescindere dal supporto tecnologico utilizzato. Consiglio la lettura del pezzo.

lunedì 12 marzo 2012

Il genoma del libro

Il progetto di BookLamp ha l'obiettivo di individuare la struttura per componenti essenziali di un libro. Operazione di riduzione a unità essenziale - non casualmente prende il nome di the Book Genoma Project - che va oltre il concetto di classificazione. Il lavoro parte dalla singola pagina per scomporla nella struttura atomica, fatta di argomenti/soggetti trattati e stile di scrittura. L'analisi si presta a essere visualizzata con un'infografica, come nel caso del libro di Virginia Henley, "A year an a day".


Il progetto genoma crea nel libro e tra libri una rete di nodi tematici in grado di fondare una mappa-guida che va oltre le differenze di generi e della consueta catalogazione. Risultati che, se intrecciati alle ricerche di mercato, possono offrire indicazioni strategiche importanti per un editore.

venerdì 9 marzo 2012

La lezione virale di Al Jazeera

Al Jazeera lancia una compagna su come utilizzare i media sociali. Educational in formato video postati su You Tube, canale Al Jazeera Unplugged. Secondo quanto riporta Gigaom (qui), l'obiettivo è formare una "nuova generazione di giornalismo partecipativo".



Non sfugge la viralità dell'iniziativa che a mio giudizio tende a formare e a fidelizzare quella
massa intelligente (così ben descritta dall'Economist) su cui molti media stanno facendo i conti per riformulare il proprio business.

giovedì 8 marzo 2012

Dal cyber centrismo all'analfabetismo

Matter è un'iniziativa fondata sulla raccolta fondi, al fine di produrre giornalismo di qualità. Approfondimenti, inchieste su argomenti relativi alla scienza e alla tecnologia. L'obiettivo - le donazioni hanno superato i 100mila dollari - è creare un prodotto editoriale diverso rispetto al rumore di fondo offerto dalle reti digitali. Il progetto prevede la possibilità dell'acquisto di un singolo articolo o della sottoscrizione di un abbonamento.
Il crowd funding rappresenta un'alternativa nella costruzione di un pubblico e di un prodotto di nicchia, ma non è la risposta realistica alla perdita di ricavi del settore editoriale. Sia negli Usa, dove Matter è nato, sia in altri paesi, a cominciare dall'Italia.

Il modello di business digitale è ancora tutto da definire, mentre quello vecchio mostra crescenti segni di declino. La recente ricerca compiuta dal Project for Excellence in Journalism - sempre con riferimento al mercato americano - evidenza come per ogni dollaro guadagnato in pubblicità online ci sono sette dollari persi sulla carta (qui, via Lsdi).

Tendenza da cui non è immune l'Italia: calano vendite e lettori, discesa costante della raccolta pubblicitaria (qui, via Linkiesta). Per un Paese a basso tasso di lettura è una pessima notizia che supera gli argini del problema strettamente economico. Il travaso carta/digitale interessa quei lettori - che per preparazione culturale e possibilità economica - sono i tipici consumatori dei giornali. Se l'erosione dei ricavi porterà a un ridimensionamento della distirbuzione del cartaceo si creerà un'esclusione di massa. La maggioranza "informata" - inserita tra gli steccati televisivi - rischia di rompere quel tenue filo che ancora la lega alle altre rappresentazioni della realtà, quelle su carta. La fine del giornale - per ora ipotizzata e spostata sempre più in là nel tempo - significa lo stop alla distribuzione diffusa, casuale, nei bar, nei luoghi di lavoro, per terra. Fenomeno non insignificante.

Ma come - è l'obiezione - non sono il web e le tecnologie della comunicazione le protagoniste della crescita cultura ed economica del paese? Della diffusione universale del sapere?
La risposta è affermativa a patto di avere condizioni uniformi - o senza profonde soluzioni di continuità - socio economiche. E questo non è il caso italiano, anzi colpito da un preoccupante analfabetismo di ritorno.

In questi giorni sto leggendo Evgeny Morazov, "L'ingenuità della rete", un libro dissacrante che smonta la tesi sulle potenzialità democratiche delle tecnologie di comunicazione. Secondo l'autore si tratta solo di cyber-utopismo: Twitter, i blog, Facebook non sono possono essere considerati armi per abbattere i regimi autoritari. Il ruolo che hanno avuto nei movimenti di protesta nelle società extra-occidentali è stato marginale.
Non vorrei che il cyber-utopismo, a volte ingenuo e irriflessivo, fosse non solo inefficiente nel fondare strutture coese e informate, ma lo strumento in più per dilatare le distanze sociali.

martedì 6 marzo 2012

Donne senza medicine

Secondo la denuncia di Gens la gran parte dei farmaci, anche per le malattie femminili, sono testati su uomini. Ricerca scientifica di genere che non considera completamente le differenze biologiche, anatomiche e psicologiche. A Milano è stato presentato il manifesto per una sperimentazione realizzata su criteri diversi e per la realizzazione di pari opportunità nell'accesso alle professioni mediche.

I farmaci per soli uomini sono l'ennesimo segnale di quanto sia ancora lungo il percorso verso una reale parità fra sessi. Peraltro evidente in quasi tutti i luoghi di lavoro.
Della medicina di genere e delle iniziative collegate ne parla Davide Valenti, qui in Virgilio Notizie.

lunedì 5 marzo 2012

La campagna elettorale dell'informazione

Mentre in Rete si discute sull'attendibilità dei social media (qui Pierluca Santoro sullo stato del dibattito, via Il Giornalaio), la Colombia Journalism Review ha elaborato una guida su come contrastare la disinformazione a cui ricorrono i politici durante la campagna elettorale (Countering Misinformation: Tips for Journalists).
Classico caso di fact checking che si muove su un piano estremamente delicato. Le convinzioni ideologiche, le contiguità di ceto e di interessi economici dei candidati, rischiano di rendere il lavoro inutile o condizionato dalle diverse opinioni politiche.

Invito a leggere il pezzo di cui segnalo alcuni tips che ho liberamente sintetizzato.
- Velocità. Controlli ed eventuali correzioni vanno eseguiti rapidamente. Altrimenti il falso si sedimementa nel flusso dei media per trasformarsi in verità.
- Ridurre l'effetto cassa di risonanza. Pericoloso fare diventare un argomento di disinformazione unico oggetto del dibattito. Perché la ripetizione ossessiva, rende la propaganda familiare tra il pubblico, la trasforma in realtà. La promessa "meno tasse per tutti" - tema dibattuto a lungo sui media italiani - è stata considerata mantenuta da gran parte dell'elettorato e non solo di centro destra (almeno fino allo scoppio della crisi dei debiti sovrani). Nonostante i dati sulla pressione fiscale indiccassero una verità diametralmente opposta.
- Fonti affidabili. L'uso di fonti affidabili, credibili e verificabili resta un passaggio insostituibile.
- Uso dell'infografica. I grafici sono strumenti efficaci per spiegare e contrastare la disinformazione politica.

Al netto del contesto - la campagna elettorale per le presidenziali Usa - i consigli della Columbia rappresentano materiale su cui riflettere nella costruzione di un codice di autocondotta per fare informazione in Rete.

venerdì 2 marzo 2012

Facebook fa politica


E' online da qualche giorno Elezioni.it, primo aggregatore italiano dei feed postati da personaggi politici sulle proprie pagine di Facebook. Informazione - a cavallo tra la politica e il gossip - che evidenza come la piattaforma possa assumere la forma di fonte primaria, al pari o in qualche caso pure meglio delle agenzie.

giovedì 1 marzo 2012

Journalists have the power

Nel Regno Unito l'informazione finanziaria è affare per giornalisti. Almeno su Twitter. Sette dei dieci account più influenti appartengono a professionisti (segnalazione via Aol Uk, su ricerca dell'Institute of Chartered Accountants in England and Wales).

Questa la top ten (e qui la classifica completa, The Twitter #Finance100):
- Nouriel Roubini @Nouriel Professor at Stern School
- Robert Peston @Peston Business Editor for the BBC
- Paul Mason @paulmasonnews Newsnight's economics editor
- The Economist @TheEconomist Official site for The Economist
- Tim Harford @TimHarford Undercover Economist at the FT, BBC presenter of More or Less, Radio 4
- Faisal Islam @faisalislam Economics Editor, C4 News
- Laura Kuenssberg @ITVLauraK ITV News Business Editor
- Ed Miliband @Ed_Miliband Leader of the Labour Party
- Ernst & Young @EYnews Ernst & Young, professional services organisation
- Stephanie Flanders @BBCStephanie Economics Editor for the BBC

I giornalisti, evidentemente, beneficiano della cassa di risonanza a loro offerta dai media per i quali lavorano (che conferma la natura distributiva del network). Ma non solo. Una materia complessa, qual è l'economia e la finanza, diventata strategica in tempi di profonda crisi, sono preferite fonti ritenute maggiormente attendibili e di qualità. Conclusione che non esclude l'importanza del citizien journalism, dei blogger, dei luoghi d'informazione alternativa. Nuove presenze che si affiancano al giornalismo professionale. Sono fonte di stimolo e cani da guardia nei confronti di coloro che dovrebbero svolgere tale funzione verso il "potere". E questa non è una brutta notizia, anzi la direzione giusta verso il compimento di un sistema democratico più maturo.