mercoledì 14 marzo 2012

L'editore creativo

Il mestiere di editore cambierà. In forme tutte da definire, ma sicuramente caratterizzate da una contaminazione diffusa. Al connubio storico tra contenuti e pubblicità si affiancheranno altre modalità di business, come lo shopping o l'organizzazione di eventi, la formazione.
Nuove aziende, modulari, che useranno la produzione editoriale in funzione del risultato: raccolta pubblicitaria, soddisfazione verticale delle nicchie di lettori, comunicazione e promozione di manifestazioni proprie. Processo che richiede creatività e capacità di interpretare i diversificati bisogni del mercato.

Editor&Publisher (con articolo firmato da Kristina Ackermann, qui) racconta case history di giornali che attraverso il cambiamento e l'adattamento hanno ottenuto validi risultati economici. Quotidiani locali - con tiratura limitata, almeno secondo gli standard Usa -  che hanno percorso il binario innovazione/bias fine dei vecchi modelli.
The Altoona Mirror ha affiancato all'attività editoriale l'organizzazione di eventi e seminari (a volte gratuiti, altre a pagamento). L'Amador Ledger Dispatch ha creato un social network per stimolare la collaborazione con i lettori. Il Great Falls Tribune attraverso l'analisi dei bisogni  dei lettori, ha pubblicato un magazine di nicchia.

Sperimentazioni che son legate da uno spesso filo conduttore: formare una comunità fidelizzata disponibile a seguire la testata. A prescindere dal supporto tecnologico utilizzato. Consiglio la lettura del pezzo.

Nessun commento:

Posta un commento