martedì 18 gennaio 2011

Ripresa senza lavoro

La lenta uscita dalla crisi economica si porta dietro il pesante fardello dell’alto tasso di disoccupazione. La crescita della produzione industriale – e dei profitti – non genera nuovi posti di lavoro. Per il 2011, la percentuale di disoccupazione, attesa nei paesi dell’area Ocse, si aggira attorno al 10% (per l’Italia l’11%). Un problema che attraversa l’intero Occidente e che trova parte delle cause nel consolidamento – fino a diventare forza trainante – dei mercati emergenti. Là le imprese trovano consumatori e manodopera.

Nancy Folbre traccia un’interessante summa sui motivi della “crescita senza occupazione” (qui, via Nyt), male oscuro che rischia di fermare sul nascere la ripresa e di mettere le basi per future recessioni.

Rischio non trascurabile, come fa notare il bell’articolo di Marco Leonardi (qui, via Lavoce.info). La grande crisi iniziata nell’autunno del 2008 nasce anche a causa della crescente disuguaglianza nella distribuzione del reddito negli Stati Uniti. Due dati: negli ultimi trent’anni salari sostanzialmente fermi, mentre l’economia è cresciuta del 100%. Disparità che si è trasformata in carburante per il ricorso al credito, alimentando il flusso di prodotti finanziari ad alto rischio.

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