lunedì 21 marzo 2011

Emotività atomica

Le scelte sotto spinte emotive sono la regola. L’uso della ragione raramente ha condizionato le grandi rivoluzioni. O meglio, molti cambiamenti, nati sotto la luce dei lumi, si sono affermati grazie al concatenarsi di impulsi emotivi.
La piccola storia delle elezioni politiche italiane rappresenta un ottimo esempio. La coalizione di centro destra ha utilizzato sempre, nelle campagne elettorali, temi di grande carico emotivo: la criminalità, causata – si diceva – dall’immigrazione clandestina e l'insostenibile pressione fiscale.
Un'elementare lettura di fonti pubbliche avrebbe facilmente svelato l’inganno. I fatti criminali, percepiti come minaccia diretta alla persona, sono da tempo in sensibile riduzione. Il debito pubblico record – senza riforme strutturali - rende l’alleggerimento di tasse e imposte poco più che una battuta da bar di periferia.

Criticare le reazioni emotive successive all’incidente nucleare di Fukushima è dunque ipocrita. I "no" e le "pause di riflessione" sono legittime e hanno il pregio – paradossalmente – di aprire un dibattito più razionale sull’argomento. La scelta nucleare potrebbe aspirare al consenso solo in presenza trasparenza informativa. E’ questo il punto di partenza e l’opacità, le notizie contraddittorie, sono l’anello debole dell’opzione atomica.

La convenienza economica è uno degli elementi di valutazione. Accanto ci va messo quello più decisivo della pericolosità, attuale e potenziale. Il Paul Sherrer Institute ha realizzato una mappa delle morti causate dalle diverse fonti energetiche – petrolio, gas, carbone, nucleare e idroelettrico – a confronto con quelle stimate in caso d’incidente (qui, via ProPublica blog, Nicholas Kusnetz e Marian Wang).


I dati, relativi ai paesi Ocse, cioè al cosiddetto mondo più sviluppato, mostrano l’alto costo umano che hanno le fonti fossili (a cui vanno aggiunte le morti causate dall’inquinamento atmosferico) e l’enorme pericolosità dell’atomo e dell’idroelettrico nel caso di catastrofi. Un angolo di osservazione che porta diritti al tema della sicurezza e della trasparenza: maggiore garanzia quest’ultima, in certi termini anche più dell’innovazione tecnologica, per scelte “razionali” e condivise.

Nessun commento:

Posta un commento