martedì 27 settembre 2011

Carta+web, i ricavi nella palude barica

Sul finire della scorsa settimana, nell'ambito della Social Media Week, si è tenuto l'incontro "Carta+Web: un modello di business vincente per l'editoria del futuro". Il gruppo dei relatori era perfettamente diviso in due parti. I nuovi player - Enrico Gasperini (Digital Magics), Paolo Ainio (Banzai), Luca Ascani (Populis), Stefano Maruzzi (Google Italia), Luca Colombo (Facebook Italia) - e gli editori puri, quelli che pescano le proprie origini nella carta - Stefano Quintarelli (area digital Il Sole 24 Ore) e Giorgio Riva (area digital, Rcs) -. La cronaca della giornata è disponibile qui, nell'articolo di Laura, via Virgilio Notizie.

La palude barica è un'espressione usata in meteorologia per indicare un'area geografica  in cui la pressione atmosferica è tale da non poter essere definita né alta né bassa (Wikizionario).
E' un tempo limaccioso, fatto di cieli grigi con scarse precipitazioni. Ovvero il clima che si è respirato - nella forma - durante i dibattito. Né pioggia, né sole: il modello di business vincente è ancora tutto di inventare.
Nella sostanza è apparso evidente che il sereno stazioni stabilmente dalle parti di Google e compagni digitali, seppure per questi in forma decisamente minore. La parola maggiormente pronunciata - da questo gruppo - è stata "innovazione". Carta facilmente giocabile da chi è  nato in un'ambiente tecnologico nuovo e con strutture industriali in fase con i ricavi del mercato. Per chi deve combinare la dimensione digitale e quella analogica - nella quale si muovono norme, contratti e rapporti sociali reali - innovare significa avviare un processo decisamente più complesso.

Ecco quali sono stati , secondo me e in forma sintetica, i contributi più significati di ciascun relatore.
Riva (Rcs): 1) nel Corriere il 50% degli abbonati è costituito da nuovi lettori, 2) l'85% degli abbonati digitali è composto da utenti del sito web;
Maruzzi (Google): 1) il passaggio carta-digitale sarà un percorso lungo con protagonisti nuovi che interagiranno con quelli vecchi", 2) "occorre sempre più puntare sul contenuto di qualità", 3) la sottoscrizione di abbonamenti può essere un modello di business interessante";
Ainio: 1) "la carta è destinata a scomparire, mentre non cesserà di esistere l'informazione", 2) "la case editrici devono affrancarsi dai vecchi modelli, mentre oggi sono proposti gli stessi contenuti cambiando unicamente il supporto";
Gasperini (Digital Magics): 1) "il potenziale della case editrici è enorme, solo il Corriere e la Repubblica fanno il 30% di reach delle preferenze web in Italia", 2) "ma devono credere nelle nuove piattaforme e investirci, come fa Bild che ha realizzato progetti per circa 1,5 miliardi di euro, puntando su iniziative diversificate, dalla pubblicità fino al retail di prodotti elettronici",
Ascani (Populis): 1) sul web oltre alle notizie ci sono le informazioni verticali (viaggi, auto e moto, finanza) e l'info-pratica (guide): ed è questo un settore su cui è possibile creare valore" 2) "come? attraverso un sistema di content on demand e writer - selezionati in rete - in grado di soddisfare i lettori";
Colombo (Facebook): 1) "la sfida per creare valore è la rilevanza" 2) "la rilevanza è il match tra il bisogno personale e i contenuti editoriali";
Quintarelli (Il Sole 24 Ore): 1) le piattaforme tecnologiche realizzano ricavi sull'inefficienza degli editori", 2) nel suo complesso l'industria dell'informazione è destinata a crescere, mentre si ridurranno i margini per gli editori tradizionali", 3) "la monetizzazione dell'attenzione - sempre più spinta - porterà un cambio di ruolo e funzione degli editori".

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