giovedì 15 settembre 2011

Customer care e giornalismo

Una recente ricerca realizzata da Nielsen (qui, via Business Insider) effettuata tra il internauti Usa, mostra come Facebook sia diventato l’idrovora del tempo in rete. In maggio gli utenti hanno trascorso sulla piattaforma 53,5 miliardi di minuti. Yahoo – che si piazza al secondo posto – si ferma poco oltre i 20 miliardi di minuti.


Dati noti che sono ancora più interessanti se intersecati con i risultati di un’altra ricerca, relativa al calo dei contributi originali su Facebook. Il lavoro - realizzato da GlobalWebIndex e riferito a un ambito geografico globale (qui, via Lsdi) - evidenzia un uso orientato alla diffusione e alla condivisione di contenuti, spesso provenienti da altre fonti, prime fra tutte quelle dei siti d’informazione.

Facebook appare, dunque, scarsamente definibile come media, almeno nel senso di mezzo che coniuga la produzione e la diffusione di un messaggio. Lo strumento è un ottimo veicolo di distribuzione, funzione però che a mio giudizio ne limita le presunte potenzialità giornalistiche. Se per giornalismo s’intende raccolta, verifica e racconto dei fatti. Non si va oltre la segnalazione, l’alert, spesso a costo d’ingenti investimenti di tempo e risorse dedicate.
La linea tracciata dalla condivisione e dalle reti amicali punta piuttosto ad attività di customer care. Nobile ed essenziale, ma attività che  arriva dopo la produzione di un contenuto editoriale. 

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