mercoledì 9 maggio 2012

Fotogallery

Secondo The Atlantic Wire, il presidente del Washington Post, Steve Hills, avrebbe esortato a un maggiore uso di slideshow (qui). Scopo: generare traffico, la materia prima della raccolta pubblicitaria online.
Parole apparentemente in contro tendenza, visto che l'advertising sta lentamente cambiando le proprie coordinate. Dalle page view all'utente unico e con spinte verso sistemi di rilevazione tendenzialmente simili a quelli usati in campo televisivo, più sensibili al contenuto di qualità (o almeno più selettivi sul copia e incolla).

Movimenti che non cancelleranno l'importanza dell'elemento quantitativo. L'audience è fatta da numeri, da moltitudini (non importa se verticali e relativamente piccole). L'esortazione di Hills non è fuori tempo massimo. Le critiche non riguardano il fine, ma piuttosto vanno orientate verso il mezzo: le gallery. Tema trattano da Alexis Madrigal, "The pernicious myth that slideshows drive traffic", il cui pensiero è sintetizzato nel sommario: "readers aren't stupid. They know when your product is cheap".

Le fotogallery sono un facile mezzo, con costi marginali esigui, per generare numeri, quantità. Ma il prezzo da pagare è salato: scarsa fidelizzazione. Click veloci, rapidi. Poi l'utente scappa.
Le foto come generatore di traffico hanno il fiato corto. Nel medio-lungo periodo sono poco incisive nel raddrizzare il conto economico. E rappresentano un freno all'innovazione tecnologica e sopratutto analogica dei contenuti.

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