martedì 13 aprile 2010

I tablet non salveranno quotidiani e riviste

Prosegue il dibattito circa l'impatto delle nuove piattaforme tecnologiche sul mondo dell’informazione. Jack Shafer su Slate Magazine non scommette sulle applicazioni di riviste e quotidiani realizzate per iPad e suoi simili. L’eccitazione e le aspettative ricordano all’autore l’epoca dei Cd-Rom.

Pure allora, negli anni ’90, le versione di Newsweek su supporto ottico aveva generato il medesimo ottimismo. La release per Cd, chiamata Newsweek Interactive, ricca di video audio, archivi, doveva essere la testa di ponte per un nuovo modo di fruire l’informazione.
I Cd-rom fallirono completamente. Troppo costosi, troppo complessi e troppo legati a piattaforme proprietarie.

Secondo Shafer l’insuccesso ha dimostrato tutte le difficoltà del passaggio da un media all’altro. Confermate dalla lunga serie di flop in cui sono incappati gli editori statunitensi. New York Times ha perso parecchio denaro nella creazione di un canale via cavo. E pure il Washington Post incontrò la stessa sorte quando lanciò la versione radio del quotidiano.

Per molti editori l’arrivo dei tablet è l’occasione per passare dal tutto gratis del web al tutto a pagamento. Ma per il giornalista di Slate hanno fatto male i loro conti. Perché c’è la concorrenza delle tv via cavo che offre simili contenuti a prezzi concorrenziali. A partire dal costo dei tablet a volte superiore a quello di un televisore Hd.
Inoltre queste applicazioni sono ancora troppo complesse e non offrono la possibilità di navigare, di fare ricerche, di condividere i contenuti, di discutere.

Pungente la conclusione di Shark. La prevedibile diffusione, la corsa al ribasso dei prezzi, renderanno i tablet dei computer portatili ultrasottili. Risultato? Le futuristiche applicazioni saranno considerate semplici siti web e gli editori, che puntavano a generare montagne di soldi, dovranno fare marcia indietro e ricominciare tutto da capo.

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