martedì 30 novembre 2010

La misura della distanza

Le slide di Alison Gow, presentate agli studenti della Liverpool John Moores University (qui), sono un'utile mappa per una visualizzazione “fisica” degli strumenti di lavoro e d’analisi necessari per coniugare giornalismo ed ecosistema digitale.


La professione che si sta formando, i cui confini – circa le competenze – sono in forte evoluzione e tutt’altro che definiti, richiede la capacità di comprendere e saper gestire complessità maggiori rispetto al passato. Digitale è destrutturazione e ricollocamento in forme nuove dei contenuti che prima si formavano e si distribuivano lungo precorsi lineari e codificati da tempo.
Un cambiamento – nella mentalità e nella preparazione – tutt’altro che semplice e, dunque, poco scontato.

Michele McLellan ha pubblicato (qui, Knight Digital Media Center) un post interessante sul difficile passaggio dei quotidiani tradizionali, segnalando tre segnali di resistenza al nuovo: la redazione organizzata in funzione delle sezioni del quotidiano, il lavoro cadenzato sui tempi della stampa (e non come flusso continuo), la presenza ai vertici di giornalisti proveniente dalla carta.

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