mercoledì 10 novembre 2010

Senza parole. Scritte

Crescita lenta, mercato di nicchia. L’Iptv e i video on demand non dovrebbero scalzare il dominio della televisione così come oggi la conosciamo. Opinione emersa durante il Westminister media forum e argomentata dai Ceo d’importanti aziende del settore (qui in paidContent:UK).
La tv lineare, seppure rinnovata nella variante digitale, come modello di business ancora di riferimento e come strumento d’informazione dominante. Uno strumento che fa della trasmissione orale il punto di forza.

Oralità che prende dimensioni più massicce anche sul web – tolte le aree di nicchia, professionali –. Il processo di restringimento delle parole scritte è sempre più accentuato.
La parentesi aperta da Gutenberg sta per chiudersi? Probabilmente sì, almeno nelle forme conosciute fino a poco tempo fa.
Più lettori sul web e il web che cambia gli strumenti per descrivere la realtà. Si scrive di meno o meglio lo scritto diventa flash, sequenza istantanea che, nella sua rappresentazione – in assenza di un costrutto complesso e articolato  –, assume connotati simile a un messaggio audiovideo. L’esempio sono twitter, le dirette di grandi eventi realizzate dalle testate: brevi messaggi, poche battute.
A ciò ci aggiunge l’uso dei video, delle fotogallery.
Non solo, la maggioranza dei lettori si ferma alle prima parte del testo.
Riduzione dello spazio che per il testo scritto è fisica: le grafiche dei quotidiani cartacei vanno tutte in quel senso.

Dunque oralità multipiattaforma. E c’è in questo un ritrovarsi in uno spazio comune televisivo, seppure autoprodotto, autoselezionato e auto diretto.

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