martedì 17 luglio 2012

Cine-giornalismo. Dal basso

Un terzo dei video visti negli Usa su YouTube riguardano fatti, eventi: notizie. "A new kind of visual news" è la ricerca realizzata da Pew sulla diffusione e la produzione di quello che può essere definito come giornalismo visuale (per il report qui, via Techcrunch e qui, via Pew).
Un altro segnale di cambiamento della fruizione delle news. Le due cause motrici - note - sono: la disponibilità di strumenti hardware poco costosi e diffusi - necessari per le riprese - e la possibilità della pubblicazione online. 

Nel lavoro di Pew il risultato più evidente riguarda il terremoto in Giappone: 20 video sull'evento hanno generato 96 milioni di visite. Numeri impressionanti, che potrebbero consolidare la tesi sull'imminente fine dell'era Gutenberg, fondata su una cultura prevalentamente scritta. Conclusione azzardata, una provocazione.

Le evidenze della ricerca meritano una lettura e offrono punti di vista che l'uso quotidiano spesso mettono in secondo piano. A partire dalla lunghezza dei video. Mediamente la durata è di 2 minuti, per glii standard americani molto di più dei servizi trasmessi dalle Tv locali (media di 41 secondi) e un poco di meno rispetto a quelli prodotti dai network nazionali.

Il giornalismo di base prende forma e ruolo consistente su YouTube. Più di un terzo delle video-news sono realizzate da non professionisti.

I disastri naturali e gli eventi politici - elezioni, dibattiti e agitazioni - sono gli accadimenti che godono di maggiore copertura.

La maggioranza dei video sono editati - dunque montati, ripuliti, resi più efficienti - e ciò vale soprattutto per i contenuti professionali. Ma non mancano video "grezzi" (più di un terzo), pubblicati senza il filtro di un editor. Ovvero l'emotività dell'imperfezione che si trasforma in struttura - e forza - della narrazione dei fatti.

2 commenti:

  1. Concordo in pieno!

    non so se l'era Gutenberg sia completamente finita, ma di certo il video e' un mezzo fin troppo facile e alla portata di tutti per ''guardare il mondo da un Oblo' '' per dirla col caro vecchio Gianni Togni.


    Antonio

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  2. Probabilmente è così. Ma io intravedo, nelle potenzialità del linguaggio che si sta creando in questo diverso eco-sistema informativo - fatto di tablet, video, scritti sintetici - un'oralità - certamente diversa rispetto al passato - che sta scalzando il monolite della parola scritta.

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