martedì 27 dicembre 2011

Amazon e il giornalismo auto-prodotto

Non è solo (presunta) minaccia. Mathew Ingram (qui via Gigaom) è convinto che il sistema di auto-pubblicazione di Amazon possa contribuire a mantenere in vita le inchieste giornalistiche più impegnative, non riconducibili negli spazi di un giornale o di un sito. Convinzione fondata anche sulle vicende di Marc Hernan, corrispondente da Tripoli. Ha pubblicato un e-book, disponibile via Kindle, sulle rivolte libiche ("The Shores of Tripoli"), venduto a 1,99 dollari per un discreto successo (tra i 500 titoli più scaricati dalla piattaforma).

La soluzione offerta da Amazon dimostra come nell'ecosistema digitale ci sia spazio per tutti (se per spazio non s'intende profitto). Stesse possibilità offerte anche anche alla forma: notizie brevi e inchieste, tweet, foto-gallery. Orizzonte multicolore sulla cui linea restano piantate alcune sagome, ovvero il passaggio del controllo dei contenuti dal produttori ai fornitori (sull'argomento da leggere qui il pezzo di Lsdi) e la necessità che sopravvivano organizzazioni editoriali come garanzia di sviluppo dell'ecosistema digitale. La ricomposizione tra queste forze (ammesso sia possibile), in apparente conflitto, resta la sfida del 2012 e degli anni a venire.

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