martedì 3 aprile 2012

Frammentazione e integrazione dei media

Pew ha analizzato il flusso e la copertura delle notizie relative all'omicidio di Trayvon Martin, il ragazzo afro-americano ucciso a colpi di pistola dal vigilante George Zimmerman lo scorso 26 febbraio (qui).
Sotto esame tre piattafrome: Twitter, la blogosfera, i media mainstream.

L'episodio inizialmente riceve scarsa attenzione. Solo la divulgazione delle chiamate al 911 (una specie di 113 americano) ha radicalmente cambiato l'atteggiamento. La versione delle legittima difesa cade - la voce che chiede aiuto alla polizia, perché aggredito dal ragazzo, è accertata come non appartenete al vigilante . L'intreccio aggressione/leggitima difesa/colpo mortale di pistola è stravolto da una complicazione. Una situazione normale lascia il passo al dramma dell'innocente ucciso, del conflitto razziale. Cambiamento immediamente captato dei media che dedicano all'evento una copertura maggiore a quella riservata alle presidenziali.


Su Twitter la conversazione si catalizza attorno alla richiesta di giustizia (21% dei tweet) e alla partecipazione al dolore dei familiari (19%). Sulla blogosfera il tema "richiesta di giustizia" è affiancato dal dibattito sul conflitto razziale, sull'omicidio causato dall'odio. Da notare che entrambe le piattaforme si schierano a favore di Trayvon Martin e bocciano la versione della legittima difesa.
I media mainstream - radio e Tv - assumono un ruolo istituzionale. Il tema dei contrasti inter-razziali è lasciato in disparte, mentre ci si concentra sugli aspetti politici della vicenda: il possesso delle armi da fuoco, le leggi della Florida (luogo dove è avvenuto il fatto) che permettono la legittima (e violenta) difesa nel caso di minaccia alla persona (Florida Statutes Chapter 776 Justifiable use of force).


L'analisi svolta da Pew mostra come i media siano soggetti a usi tendenzialmente diversificati, seppure si muovano  nella direzione di un ecosistema integrato. La comunità di utenti non è più catalizzata attorno a un solo media - radio, televisione, giornale - ma si frammenta in funzione del messaggio e dell'obiettivo che si intende realizzare. Le strategie editoriali dovrebbero comprendere a fondo queste dinamiche, ponendosi questa domanda: le esigenze d'uso legate a un evento (di informazione, di partecipazione, di protesta, di discussione), possono essere contenute nel recinto di un unico player?

Nessun commento:

Posta un commento